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Geotermia, Sviluppo, Ricerca: Dalla ricerca italiana un nuovo metodo di prospezione geotermica a basso costo

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Dall’IGG-CNR di Pisa una proposta «particolarmente efficace e conveniente per i paesi in via di sviluppo»

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

I costi relativi allo sviluppo di un impianto geotermico, recentemente esaminati dall’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) nel rapporto Geothermal power – Technology brief, (trend confermato anche dal recentissimo Renewable Power Generation Costs in 2017 dello scorso Gennaio) continueranno a diminuire almeno fino al 2050, moltiplicando le opportunità di business nel settore.

Iniziare un progetto di tale portata richiede comunque un’elevata capacità di spesa: una centrale geotermoelettrica ha costi operativi relativamente bassi e prevedibili, ma la fase d’avvio della coltivazione geotermica necessita ingenti investimenti preliminari, che vanno dalla fase esplorativa – per saggiare la presenza e l’usabilità della risorsa geotermica presente in un determinato territorio – a quella di perforazione, che arriva a pesare il 35-40% dei costi totali dell’intero progetto.

Per questo è di particolare interesse la ricerca A simple geochemical prospecting method for geothermal resources in flat areas, pubblicata su Geothermics dal ricercatore Angelo Minissale dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR.

«Il lavoro – spiegano dallo stesso IGG-CNR – suggerisce come delimitare delle anomalie geotermiche con delle semplici misure chimico-fisico da effettuarsi su una falda superficiale, che si presenti anormalmente calda. Sulla base delle eventuali manifestazioni termali superficiali di un determinato territorio, il lavoro suggerisce anche come sia possibile prevedere se l’anomalia termica della falda sia generata da un sistema profondo: a bassa o ad alta entalpia».

Facendo tesoro dell’esperienza sul campo maturata in Yemen, Minissale in questo paper propone una strategia relativamente economica ed efficiente per l’esplorazione geotermica, utilizzando strumenti di prospezione geochimica per determinare il posizionamento dei pozzi esplorativi.

Una proposta descritta come «particolarmente efficace e conveniente per i paesi in via di sviluppo, come quelli situati lungo la Rift africana, ad esempio Zambia e Malawi, dove l’esplorazione geotermica è ancora agli inizi e dove le costose indagini geofisiche potrebbero ritardare lo sviluppo di risorse geotermiche per decenni».