L’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) ha pubblicato il rapporto Geothermal power – Technology brief, un vero e proprio compendio sullo stato dell’arte e le prospettive tecnologiche di settore.
Ad oggi la prevalenza delle coltivazioni geotermiche viene sviluppata tramite l’impiego di tecnologie mature, che attingono alle risorse definite “convenzionali”: impianti dry steam, flash (singolo, doppio o triplo), binari, a ciclo combinato o ibridi.
Tuttavia, considerata la sempre maggiore difficoltà di accesso a risorse convenzionali di alta qualità, quelle più profonde possono diventare accessibili grazie allo sviluppo di sistemi geotermici stimolati (EGS).
In ogni caso, ad oggi gli impianti flash rappresentano i più comuni tra quelli attualmente in funzione.
I costi relativi allo sviluppo di un impianto geotermico – un progetto ad alta intensità di capitale, ma con bassi e prevedibili costi operativi – cambiano sensibilmente rispetto al sito di localizzazione, oscillando tipicamente dai 1.870 ai 5.050 dollari statunitensi per kW, con un LCOE (Levelized Cost Of Energy, ndr) che varia tra i 0,04 e i 0,14 $ per kWh, assumendo costi di manutenzione di 110 $ per kW all’anno e una vita utile di 25 anni: costi che, sottolinea IRENA, si stima continueranno a diminuire fino al 2050, migliorando le opportunità di business.
