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Geoitalia: le potenzialità del sottosuolo per la produzione di energia

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Geoitalia è la Convention Internazionale delle Geoscienze, organizzata dalla Federazione Italiana di Scienze della Terra, che riunirà a Pisa dal 16 al 18 settembre 1500 scienziati da tutto il mondo per discutere delle potenzialità energetiche del sottosuolo

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

«Oggi è sempre più pressante la richiesta di risorse energetiche rinnovabiliper la produzione di energia elettrica ed in questo quadro hanno trovato nuova spinta gli studi relativi alla ricerca delle risorse geotermiche» a dirlo è Domenico Liotta, del dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari, per presentare la manifestazione Geoitalia che si terrà a a Pisa dal 16 al 18 settembre.

A Geoitalia la comunità scientifica internazionale si riunirà per discutere delle potenzialità energetiche del sottosuolo e per presentare lo stato delle conoscenze e delle ricerche sulle risorse geotermiche.

In quell’occasione, ha spiegato Liotta «verranno presentati dati raccolti sia attraverso l’osservazione diretta delle rocce e del loro contenuto, sia attraverso l’osservazione indiretta del sottosuolo, come le analisi di segnali elettro-magnetici, acustici, gravimetrici inviati e ricevuti dal sottosuolo».

«Tali dati –ha continuato Liotta- opportunamente integrati, costituiranno la base per la definizione di modelli geometrici, analogici e numerici, necessari per valutare la qualità dell’integrazione fra i dati raccolti e per comprendere le potenzialità nascoste nel sottosuolo».

Liotta ha poi ricordato che «la quantità di calore che la Terra cede è impressionante, rispetto alla quantità di energia di cui la nostra società ha bisogno».

Non tutto è comunque utilizzabile.

«Per estrarre il calore dalle rocce -prosegue Liotta- abbiamo bisogno di un mezzo che vada in profondità, si scaldi e sia quindi estraibile: questo mezzo è un fluido naturale costituito in massima parte da acqua, piovana nelle zone continentali come l’Italia o marina nelle isole come l’Islanda, gas e componenti salini che derivano dalla alterazione delle rocce».

«L’acqua infatti si infiltra attraverso le fratture delle rocce in profondità -spiega- si scalda, e scaldandosi diventa chimicamente aggressiva, acquisendo così gli elementi solubili dalle rocce in cui essa circola, con un meccanismo non troppo diverso da quello che sviluppa l’acqua calda nella nostra lavatrice di casa quando porta via lo sporco, solubile, dai vestiti. Se l’area geotermica è caratterizzata da un po’ di sismicità, le fratture non si sigillano e il sistema geotermico rimane attivo; se invece l’attività sismica cessa, le fratture si sigillano con il precipitato delle soluzioni saline, dando origine ad accumuli localizzati di minerali (le miniere) e che, a seguito di importanti processi geologici, possono raggiungere od avvicinarsi alla superficie terrestre definendo quindi sistemi geotermici esumati».

«I sistemi geotermici attivi sono localizzati a profondità raggiungibili solo attraverso pozzi la cui realizzazione incide notevolmente sul costo finale di esplorazione; la capacità di successo della perforazione dipende in gran parte dalle conoscenze che abbiamo sulle relazioni fra strutture geologiche e circolazione dei fluidi, conoscenze che possiamo acquisire studiando e paragonando i sistemi geotermici esumati (le miniere) con i sistemi attuali ed a questo mira l’incontro scientifico organizzato da Geoitalia 2013».