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GeoSEE, in Europa il mix energetico del futuro si disegna con la geotermia a bassa entalpia

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Si è svolto a Padova il secondo incontro del progetto che coinvolge 16 partner di 8 paesi

Fonte: Greenreport.it

Autore: Lucia Venturi

GeoSEE è un progetto europeo nato con l’intento di integrare l’energia geotermica a bassa temperatura (la geotermia a bassa entalpia) con altre fonti rinnovabili, sia nella produzione di elettricità sia nel raffrescamento e riscaldamento degli edifici.

L’obiettivo finale è dimostrare come lo sviluppo tecnologico di queste applicazioni ibride possa contribuire a rendere l’utilizzo dei fluidi geotermici a bassa temperatura più economicamente sostenibile e concorrere alla riduzione dei rischi d’investimento, incrementando così la domanda del mercato con l’obiettivo di attrarre investitori privati.

Il progetto, avviato a dicembre 2012, avrà una durata di due anni (sino a dicembre 2014) e coinvolge 16 partner provenienti da 8 paesi europei. Il lavoro prenderà in esame casi studio specifici per ognuno degli otto paesi coinvolti (Slovenia, Italia, Romania, Bulgaria, Croazia, Ungheria, Serbia e Repubblica di Macedonia): per l’Italia partecipa il Dipartimento TESAF (Territorio e Sistemi Agro-Forestali) dell’Università degli Studi di Padova, insieme agli altri due partner italiani, la Provincia di Padova e il CEV (Consorzio Energia Veneto).

I casi studio nel nostro paese comprendono i comuni di Galzignano Terme e Battaglia Terme nel padovano. E proprio a Padova si è tenuto a fine giugno il secondo incontro previsto per fare l’aggiornamento degli studi effettuati, dopo il primo che si è svolto a gennaio a Velenje, in Slovenia, che ha segnato l’inizio ufficiale del progetto.

«L’area dei Colli Euganei -spiega il comunicato dell’università di Padova- è una delle zone più interessanti in Italia dal punto di vista del potenziale geotermico. Non solo la risorsa viene sfruttata in impianti termali, ma in alcuni casi viene utilizzata per il riscaldamento di serre. L’acqua –continua la nota- può essere estratta con temperature di circa 68°C e, attraverso tecnologie innovative e l’uso combinato con altre risorse rinnovabili presenti nel territorio, quali la biomassa, il biogas e il solare,  potrebbe fornire energia termica ed elettrica aumentando l’uso rinnovabile di fonti energetiche e permettendo la riduzione dei costi».

Con le azioni concrete e i progetti pilota previsti nell’ambito di GeoSEE si vuole definire una metodologia e un quadro strategico per valutare le possibilità dell’utilizzo della risorsa geotermica a bassa temperatura in combinazione con altre fonti rinnovabili: il solare, le biomasse, il biogas.

Il progetto permetterà inoltre lo sviluppo di un sistema informativo geografico (GIS) che sarà da pubblicato su una piattaforma internet, nel quale saranno indicati i dati geospaziali utili per l’individuazione di aree adatte per l’utilizzo combinato.

Le fasi finali del progetto GeoSEE comprendono anche le azioni e le analisi volte ad informare i responsabili politici circa i benefici che si possono ottenere con l’adozione di programmi che utilizzano energia geotermica a bassa temperatura in soluzioni ibride.

– See more at: http://www.greenreport.it/news/economia-ecologica/geosee-in-europa-il-mix-energetico-del-futuro-si-disegna-con-la-geotermia-a-bassa-entalpia/#sthash.eNbTi1Wh.dpuf

GeoSEE è un progetto europeo nato con l’intento di integrare l’energia geotermica a bassa temperatura (la geotermia a bassa entalpia) con altre fonti rinnovabili, sia nella produzione di elettricità sia nel raffrescamento e riscaldamento degli edifici.

L’obiettivo finale è dimostrare come lo sviluppo tecnologico di queste applicazioni ibride possa contribuire a rendere l’utilizzo dei fluidi geotermici a bassa temperatura più economicamente sostenibile e concorrere alla riduzione dei rischi d’investimento, incrementando così la domanda del mercato con l’obiettivo di attrarre investitori privati.

Il progetto, avviato a dicembre 2012, avrà una durata di due anni (sino a dicembre 2014) e coinvolge 16 partner provenienti da 8 paesi europei. Il lavoro prenderà in esame casi studio specifici per ognuno degli otto paesi coinvolti (Slovenia, Italia, Romania, Bulgaria, Croazia, Ungheria, Serbia e Repubblica di Macedonia): per l’Italia partecipa il Dipartimento TESAF (Territorio e Sistemi Agro-Forestali) dell’Università degli Studi di Padova, insieme agli altri due partner italiani, la Provincia di Padova e il CEV (Consorzio Energia Veneto).

I casi studio nel nostro paese comprendono i comuni di Galzignano Terme e Battaglia Terme nel padovano. E proprio a Padova si è tenuto a fine giugno il secondo incontro previsto per fare l’aggiornamento degli studi effettuati, dopo il primo che si è svolto a gennaio a Velenje, in Slovenia, che ha segnato l’inizio ufficiale del progetto.

«L’area dei Colli Euganei -spiega il comunicato dell’università di Padova- è una delle zone più interessanti in Italia dal punto di vista del potenziale geotermico. Non solo la risorsa viene sfruttata in impianti termali, ma in alcuni casi viene utilizzata per il riscaldamento di serre. L’acqua –continua la nota- può essere estratta con temperature di circa 68°C e, attraverso tecnologie innovative e l’uso combinato con altre risorse rinnovabili presenti nel territorio, quali la biomassa, il biogas e il solare,  potrebbe fornire energia termica ed elettrica aumentando l’uso rinnovabile di fonti energetiche e permettendo la riduzione dei costi».

Con le azioni concrete e i progetti pilota previsti nell’ambito di GeoSEE si vuole definire una metodologia e un quadro strategico per valutare le possibilità dell’utilizzo della risorsa geotermica a bassa temperatura in combinazione con altre fonti rinnovabili: il solare, le biomasse, il biogas.

Il progetto permetterà inoltre lo sviluppo di un sistema informativo geografico (GIS) che sarà da pubblicato su una piattaforma internet, nel quale saranno indicati i dati geospaziali utili per l’individuazione di aree adatte per l’utilizzo combinato.

Le fasi finali del progetto GeoSEE comprendono anche le azioni e le analisi volte ad informare i responsabili politici circa i benefici che si possono ottenere con l’adozione di programmi che utilizzano energia geotermica a bassa temperatura in soluzioni ibride.

– See more at: http://www.greenreport.it/news/economia-ecologica/geosee-in-europa-il-mix-energetico-del-futuro-si-disegna-con-la-geotermia-a-bassa-entalpia/#sthash.eNbTi1Wh.dpuf

GeoSEE è un progetto europeo nato con l’intento di integrare l’energia geotermica a bassa temperatura (la geotermia a bassa entalpia) con altre fonti rinnovabili, sia nella produzione di elettricità sia nel raffrescamento e riscaldamento degli edifici.
L’obiettivo finale è dimostrare come lo sviluppo tecnologico di queste applicazioni ibride possa contribuire a rendere l’utilizzo dei fluidi geotermici a bassa temperatura più economicamente sostenibile e concorrere alla riduzione dei rischi d’investimento, incrementando così la domanda del mercato con l’obiettivo di attrarre investitori privati.
Il progetto, avviato a dicembre 2012, avrà una durata di due anni (sino a dicembre 2014) e coinvolge 16 partner provenienti da 8 paesi europei. Il lavoro prenderà in esame casi studio specifici per ognuno degli otto paesi coinvolti (Slovenia, Italia, Romania, Bulgaria, Croazia, Ungheria, Serbia e Repubblica di Macedonia): per l’Italia partecipa il Dipartimento TESAF (Territorio e Sistemi Agro-Forestali) dell’Università degli Studi di Padova, insieme agli altri due partner italiani, la Provincia di Padova e il CEV (Consorzio Energia Veneto).
I casi studio nel nostro paese comprendono i comuni di Galzignano Terme e Battaglia Terme nel padovano. E proprio a Padova si è tenuto a fine giugno il secondo incontro previsto per fare l’aggiornamento degli studi effettuati, dopo il primo che si è svolto a gennaio a Velenje, in Slovenia, che ha segnato l’inizio ufficiale del progetto.
«L’area dei Colli Euganei -spiega il comunicato dell’università di Padova- è una delle zone più interessanti in Italia dal punto di vista del potenziale geotermico. Non solo la risorsa viene sfruttata in impianti termali, ma in alcuni casi viene utilizzata per il riscaldamento di serre. L’acqua –continua la nota- può essere estratta con temperature di circa 68°C e, attraverso tecnologie innovative e l’uso combinato con altre risorse rinnovabili presenti nel territorio, quali la biomassa, il biogas e il solare,  potrebbe fornire energia termica ed elettrica aumentando l’uso rinnovabile di fonti energetiche e permettendo la riduzione dei costi».
Con le azioni concrete e i progetti pilota previsti nell’ambito di GeoSEE si vuole definire una metodologia e un quadro strategico per valutare le possibilità dell’utilizzo della risorsa geotermica a bassa temperatura in combinazione con altre fonti rinnovabili: il solare, le biomasse, il biogas.
Il progetto permetterà inoltre lo sviluppo di un sistema informativo geografico (GIS) che sarà da pubblicato su una piattaforma internet, nel quale saranno indicati i dati geospaziali utili per l’individuazione di aree adatte per l’utilizzo combinato.
Le fasi finali del progetto GeoSEE comprendono anche le azioni e le analisi volte ad informare i responsabili politici circa i benefici che si possono ottenere con l’adozione di programmi che utilizzano energia geotermica a bassa temperatura in soluzioni ibride.