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Il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi chiede di puntare sulla geotermia italiana

«Occorre puntare sulle rinnovabili. L’Italia è uno dei migliori Paesi al mondo per la geotermia, trascurarla è un peccato»

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«Occorre puntare sulle rinnovabili. L’Italia è uno dei migliori Paesi al mondo per la geotermia, trascurarla è un peccato»


Giorgio Parisi, professore ordinario di Fisica Teorica alla Sapienza di Roma e vicepresidente dell’Accademia dei Lincei – la più antica accademia scientifica al mondo, che annovera il pisano Galileo Galilei tra i suoi primi soci –, è stato insignito lo scorso anno del premio Nobel per la Fisica.

Da allora Parisi, la cui notorietà era già apicale nel mondo accademico, ha accresciuto la propria attività di divulgazione scientifica anche verso il grande pubblico: recentemente ha partecipato all’evento La Fisica in Super8 al Liceo Virgilio di Roma, un evento organizzato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) pensato per scoprire la storia della fisica italiana in video.

In questo contesto non sono mancate domande da parte del pubblico: ad esempio, che cosa ne pensa Giorgio Parisi sull’opportunità di sviluppare l’energia nucleare in Italia?

Il premio Nobel ha risposto di guardare con interesse al nucleare di IV generazione, precisando però che si tratta di futuro remoto.

Al momento questa tecnologia è al livello di prototipo, e servirà molto tempo per affinarne e testarne l’affidabilità. Sono altre le soluzioni a portata di mano.

«Sono dell’opinione – ha spiegato Parisi – che nel breve periodo occorre puntare sulle rinnovabili», suggerendo l’utilità per ogni Paese europeo di puntare sullo sviluppo delle fonti rinnovabili che più gli si addicono: «L’Italia è uno dei migliori Paesi al mondo per la geotermia, trascurarla è un peccato. L’Italia è molto più adatta di tanti Paesi che non sono ricchi di vulcani, vulcanelli e zone attive», ha sottolineato il premio Nobel.

Una posizione già assunta, tra gli altri, dal presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani.

A livello nazionale si stima infatti che le risorse geotermiche teoricamente accessibili entro i 5 Km di profondità siano sufficienti a soddisfare il quintuplo dell’intero fabbisogno energetico italiano.

In Toscana, già oggi questa fonte rinnovabile assicura il 70% della produzione di energia rinnovabile; dal calore rinnovabile della Terra si genera infatti ogni anno tanta elettricità da essere equivalente a oltre il 30% della domanda toscana, senza dimenticare il contributo offerto dai teleriscaldamenti in 9 Comuni sede d’impianto, dove i cascami delle centrali geotermoelettriche permettono di riscaldarsi a costi più che dimezzati – anche al di là dell’attuale crisi energetica – rispetto a quelli legati ai combustibili fossili, senza le relative emissioni di gas inquinanti e climalteranti in atmosfera.

Come già spiegato da ricercatori come Riccardo Basosi e Maria Laura Parisi dell’Università di Siena, la «geotermia in Toscana è in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico del 30% della popolazione della regione, ovvero 1.120.000 persone, 365 giorni all’anno, 24 ore su 24! Ed è l’unica fonte rinnovabile che ha questa fondamentale caratteristica di stabilità e rinnovabilità».

Non a caso «grazie al non indifferente contributo della geotermia (ed al momento dell’istantanea riportata nella figura sotto, anche del fotovoltaico in misura minore), il centro Italia è la regione con la più bassa impronta di carbonio del Paese (escluse le isole)».

A queste caratteristiche se ne aggiungono altre particolarmente importanti per un Paese come l’Italia, caratterizzato da un patrimonio paesaggistico particolarmente prezioso, dato che la geotermia è la fonte rinnovabile a minor uso di suolo: con 7,5 km quadrati per TWh/anno prodotti, il geotermico ha un impatto cinque volte più basso del fotovoltaico sono questo profilo.