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Geotermia: la capacità installata a livello globale potrebbe più che raddoppiare entro il 2030

Rystad Energy: «Il numero di pozzi attivi per la generazione di elettricità geotermica supererà i 10.000 entro la fine del decennio»

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Rystad Energy: «Il numero di pozzi attivi per la generazione di elettricità geotermica supererà i 10.000 entro la fine del decennio»


L’interesse per la geotermia continua a crescere a livello globale, anche se in Italia – il Paese che ha dato i natali all’industria geotermica, oltre due secoli fa – l’ultima centrale realizzata risale al 2014 (Bagnore 4, in Toscana).

Secondo l’analisi elaborata dalla società di ricerca energetica Rystad Energy, che sta monitorando oltre 1.700 progetti geotermici – tra produzione di elettricità e uso diretto del calore – a livello globale, negli ultimi sei anni c’è stato un aumento nelle attività di perforazione: un trend che appare destinato ad incrementare.

Rystad Energy stima che, tra il 2015 e il 2020, siano stati perforati circa 1.100 pozzi geotermici per la produzione di energia, con una media di 180 all’anno; un dato che si prevede in forte crescita fino a circa 500 pozzi perforati all’anno nel 2025.

«Il raggiungimento o meno dei target geotermici – commenta l’analista Daniel Holmedal – dipende dallo sviluppo di nuovi sistemi come Enhanced Geothermal Systems [EGS] e Advanced Geothermal Systems [AGS]. In caso di successo, dovremmo assistere a un grande aumento dell’attività dei pozzi in più Paesi».

Questo perché il settore geotermico è stato tradizionalmente dominato dalle regioni dove nel sottosuolo sono presenti risorse ad alta entalpia: guardando i pozzi geotermici attivi per la generazione di energia, non a caso la maggior parte ha temperature del serbatoio di oltre 200 gradi Celsius.

Il numero di Paesi che dispongono di risorse geotermiche di così alta qualità è limitato, mentre i sistemi EGS e AGS mirano a rendere più accessibile l’impiego di questa fonte di energia rinnovabile.

Un problema che comunque non riguarda l’Italia, dove l’impiego della geotermia tramite tecnologie convenzionali e già mature avrebbe ancora ampi margini di crescita.

Allargando la prospettiva a livello globale, da Rystad Energy stimano che «il numero di pozzi attivi per la generazione di elettricità geotermica supererà i 10.000 entro la fine del decennio.

Questo aumento potrebbe supportare una capacità installata totale di 36 gigawatt (GW) nel 2030, più del doppio della capacità installata nel 2021.

La maggior parte di questa capacità verrà aggiunta tra il 2025 e il 2030, con livelli nel 2025 che dovrebbero essere di circa 23 GW».

Dalla società di ricerca energetica sottolineano inoltre che, oltre alla produzione di elettricità da geotermia, un interesse crescente avvolge anche l’impiego diretto di calore, con Europa e Cina come principali mercati di riferimento.

«Alcuni Paesi in Europa hanno già delineato le loro ambizioni per il teleriscaldamento geotermico fino al 2050 – argomentano da Rystad Energy – L’Agenzia austriaca per l’energia prevede di spendere circa 1,2 miliardi di dollari per il teleriscaldamento geotermico tra il 2020 e il 2050, con 215 milioni di dollari stanziati per il periodo al 2030. Riteniamo che ciò si tradurrà in circa 40 pozzi perforati tra il 2020 e il 2030. Nel suo masterplan per il calore, i Paesi Bassi hanno fornito una prospettiva ancora più ambiziosa per il settore del teleriscaldamento geotermico, con 20 pozzi all’anno pianificati per essere perforati tra 2020 e 2025 e 40 ogni anno tra il 2026 e il 2030. Si prevede quindi un’ulteriore crescita verso il 2050».

Non solo: da Rystad Energy concludono che un grande interesse per la geotermia potrebbe essere generato anche dall’estrazione di litio, un altro comparto in cui l’Italia può vantare solide (ma ancora inespresse) potenzialità.