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Tutti in Classe A!

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I risultati della campagna sull’efficienza energetica di Legambiente -che ha effettuato termografie su 200 immobili in 21 città d’Italia- mostrano, invece, che l’obiettivo è ancora lontano

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

La termografia è una sorta di radiografia a colori, che consente di capire come sono costruiti gli edifici sotto il profilo dell’isolamento termico, e quindi di svelare la loro qualità energetica.

Legambiente è ricorsa anche quest’anno all’utilizzo di questo strumento per analizzare lo stato energetico di una parte del patrimonio edilizio del nostro paese e mostrare i vantaggi degli edifici ben costruiti e gli svantaggi di quelli fatti male.

La classe A corrisponde alla classe di maggiore efficienza energetica così come individuata dalla direttiva europea 2002/91 che ha introdotto precisi obiettivi in termini di rendimento energetico e l’obbligo della certificazione degli edifici nuovi (con le diverse classi di appartenenza, dalla A alla G) e nelle compravendite di quelle esistenti.

Con una successiva direttiva, la 31/2010, l’UE è andata ulteriormente avanti e si è previsto che dal 1 gennaio 2021 tutti i nuovi edifici, sia pubblici che privati, dovranno garantire prestazioni di rendimento dell’involucro tali da non aver bisogno di apporti per il riscaldamento e il raffrescamento, oppure di soddisfarli attraverso le fonti rinnovabili.

Per questa Campagna sull’efficienza energetica i tecnici di Legambiente hanno esaminato, tramite termografia, 200 immobili distribuiti in 21 città e l’analisi ha riguardato sia edifici costruiti nel dopoguerra che altri più recenti: di questi, 91 sono stati costruiti dopo il 2000, ossia dopo che le direttive europee avevano già chiarito tutti i riferimenti in materia di risparmio energetico e isolamento per chi aveva la responsabilità di progettare e costruire.

Con l’analisi termografica sono state anche verificate le prestazioni di quelli certificati di Classe A e di quelli ristrutturati.

I risultati hanno dimostrato che su quasi tutti questi immobili –spesso anche in quelli che sono promossi a basso contenuto energetico- vi sono evidenti i problemi di efficienza energetica con una distribuzione delle temperature superficiali estremamente eterogenea. La conseguenza è che si hanno temperature più elevate del dovuto d’estate e più fredde d’inverno, con disagio per chi vi abita e bollette più care da pagare.

In Classe A si vive meglio, quindi. Non vi è nessuna, o quasi, dispersione di calore e i consumi energetici sono ridotti, d’estate come d’inverno. In una casa ben progettata, isolata e certificata sono pressoché assenti i ponti termici tra le strutture portanti e in corrispondenza delle superfici balconate o delle soglie delle finestre. Come dimostrano le termografie di edifici ben progettati e costruiti, certificati, come il Kondominium Rosenbach a Bolzano, gli immobili in via Cittadella a Firenze, quelli in via Lumignacco a Udine o in località Fontana a Perugia.

In gran parte di questi edifici, al fine di sfruttare al meglio la radiazione solare, minimizzando i consumi energetici per il condizionamento invernale sono, inoltre, sfruttati tanto l’esposizione dell’edificio quanto i materiali delle diverse facciate. E coloro che vi abitano, arrivano a risparmiare fino a 2mila euro l’anno di spesa energetica rispetto a chi abita in una casa di Classe G.

«Vogliamo incalzare governo, regioni e comuni affinché accompagnino con regole chiare e controlli la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio –ha spiegato Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente– dopo i ritardi e gli ostacoli posti nei confronti della certificazione degli edifici ora si deve cambiare passo. Occorrono controlli veri e indipendenti sugli edifici, e si devono aumentare progressivamente le prestazioni energetiche e il contributo delle fonti rinnovabili, perché è possibile ridurre fino ad azzerare i consumi delle case in cui viviamo».

Gli edifici sono responsabili di una grossa fetta dei consumi energetici italiani e delle emissioni di gas serra. Tra il 2000 e il 2010, i consumi legati all’edilizia sono cresciuti più degli altri e rappresentano complessivamente il 53% dei consumi elettrici e il 35% di quelli energetici totali. E’ dunque importantissimo intervenire in questo settore, se si vuole invertire la situazione e ridurre le emissioni di CO2.

Oltretutto, ha continuato Zanchini «scegliere questa strada è la migliore risposta alla crisi economica e per rilanciare il settore delle costruzioni, e una battaglia nell’interesse dei cittadini che hanno il diritto di abitare in case a bollette zero».

Il campo d’intervento, secondo Legambiente, se si vuole ripensare qualità dell’abitare e consumi energetici del patrimonio edilizio italiano, è rappresentato dagli edifici costruiti nel secondo dopoguerra. Perché secondo l’associazione ambientalista, si può stimare che tre quarti degli edifici in Italia siano stati costruiti tra il 1946 e il 1991 e che il 30% di questi sia in condizioni pessime o mediocri.

In 89 analisi termografiche effettuate su edifici a uso residenziale e direzionale, costruiti fra gli anni 50 e i primi anni 90, sono evidenti i difetti di dispersione energetica; prevedibili in immobili costruiti spesso di fretta, con materiali scadenti e poca attenzione al risparmio energetico.

Ma è possibile, comunque migliorare le condizioni di vita di chi vi abita e lo dimostrano le termografie effettuate su edifici di Pescara, Firenze e Pesaro nei quali sono stati realizzati interventi di isolamento attraverso “cappotti termici”.

Legambiente con questa campagna chiede, dunque, al governo di avere il coraggio di percorrere una chiara strada di innovazione: introducendo regole omogenee in tutta Italia per la certificazione energetica, controlli sugli edifici e sanzioni per chi non rispetta le regole; stabilendo per i nuovi edifici e per le ristrutturazioni edilizie oltre una certa dimensione lo standard minimo obbligatorio di Classe A, in modo da garantire una riduzione drastica dei consumi da fonti fossili per il riscaldamento e raffrescamento delle case, ma con pari o maggiore comfort; infine premiando nelle ristrutturazioni edilizie il miglioramento della classe energetica di appartenenza.