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Geotermia: GSE, a che punto è il teleriscaldamento geotermico in Italia

«La Toscana si differenzia dal resto delle regioni per un elevato uso di fonte geotermica per alimentare le reti di teleriscaldamento»

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«La Toscana si differenzia dal resto delle regioni per un elevato uso di fonte geotermica per alimentare le reti di teleriscaldamento»


Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) ha pubblicato la terza edizione del rapporto Teleriscaldamento e teleraffrescamento in Italia, con dati aggiornati al 2019 e approfondimenti dedicati alle diverse tipologie di reti, di impianti e di volumetrie servite.

Complessivamente, i sistemi in esercizio in Italia nel 2019 sono circa 330, diffusi in oltre 280 comuni, per un’estensione complessiva delle reti di 5.000 km e 9,65 GW di potenza installata; considerando il solo settore residenziale, queste reti soddisfano il 2% circa della domanda complessiva di prodotti energetici per riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria del Paese.

La maggior parte degli impianti a servizio delle reti (83% della potenza) è alimentata da fonti fossili, il restante 17% da fonti energetiche rinnovabili (biomassa, geotermia, ecc.) e rifiuti.

A livello territoriale la Lombardia, con circa 3,4 GW circa installati, copre il 35% della potenza termica complessiva – grazie in particolare agli oltre 2 GW di impianti di sola produzione termica alimentati a gas naturale – ma le fonti rinnovabili sono diffuse soprattutto nel territorio provinciale di Bolzano, caratterizzato da elevato utilizzo di biomassa, e in Toscana, dove sono notevolmente diffuse le reti alimentate dalla fonte geotermica.

«La Toscana – spiega il GSE – si differenzia dal resto delle regioni per un elevato uso di fonte geotermica per alimentare le reti di teleriscaldamento».

A fine 2019 il GSE conta complessivamente in Toscana 30 Comuni teleriscaldati, con una potenza termica installata pari a 1.178 MW con una estensione complessiva delle reti pari a 677 km e una volumetria totale riscaldata di 44,6 milioni di metri cubi.

La parte del leone la fa la geotermia, con importanti vantaggi legati a risparmi economici, riduzione delle emissioni climalteranti e di quelle inquinanti: in 9 dei Comuni geotermici toscani sede d’impianto – ovvero Castelnuovo Val di Cecina (PI), Chiusdino (SI), Monterotondo Marittimo (GR), Monteverdi Marittimo (PI), Montieri (GR), Piancastagnaio (SI), Pomarance (PI), Radicondoli (SI) e Santa Fiora (GR) – sono ad oggi attive reti di teleriscaldamento alimentate in questi casi dai cascami del calore ad alta entalpia naturalmente presente nel sottosuolo, che contemporaneamente permette alle centrali geotermoelettriche toscane di soddisfare circa il 30% del fabbisogno elettrico toscano.