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IRENA: la geotermia europea potrebbe crescere di otto volte da qui al 2050

Secondo il direttore generale Francesco La Camera «devono essere messi in atto ulteriori incentivi»

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Secondo il direttore generale Francesco La Camera «devono essere messi in atto ulteriori incentivi»


La geotermia rappresenta una fonte rinnovabile con margini di sviluppo ancora enormi, a livello globale come sul territorio europeo: la capacità installata nel mondo ad oggi «è meno dell’1% del mix energetico globale», ma nel giro di trent’anni potrebbe moltiplicarsi per 12 e in Europa crescere di 8 volte.

È quanto spiega ad Euractiv Francesco La Camera, oggi direttore generale dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) con un passato come dirigente al ministero dell’Ambiente italiano.

«I nostri studi concludono che la geotermia può essere utilizzata per varie applicazioni in diverse parti del mondo a beneficio delle popolazioni locali. La nostra proiezione – spiega nel merito La Camera – mostra che in Europa la capacità di energia geotermica può crescere di otto volte entro la metà del secolo. Lo stesso vale per il resto del mondo, dove potremmo vedere un aumento di 12 volte la capacità geotermica entro il 2050 rispetto alla capacità attuale».

Il direttore generale sottolinea che «la geotermia non è in concorrenza con altre rinnovabili come il sole e il vento», piuttosto presenta caratteristiche ottimali per integrarsi con le fonti intermittenti, in quanto dipendenti dalla variabilità delle condizioni meteorologiche: «La geotermia può integrare altre fonti rinnovabili, fornendo il necessario equilibrio e il grado di stabilità delle reti elettriche. Riteniamo inoltre che la geotermia sia importante nel settore energetico nel suo complesso, per gli edifici, le città e l’agricoltura. L’energia geotermica può ridurre l’inquinamento, gli sprechi e promuovere la sicurezza alimentare. Altrettanto importante è un giusto quadro politico a sostegno dello sviluppo geotermico per rendere il nostro sistema più pulito e resiliente».

Sotto questo profilo, La Camera spiega che «il fattore più importante è la competitività dei costi della geotermia. Un aspetto in cui continua a migliorare. Andando oltre, devono essere messi in atto ulteriori incentivi. In particolare perché la geotermia, soprattutto nella fase di esplorazione, è molto costosa. È fondamentale che tutti i rischi e i costi della prima fase siano presi in considerazione dai responsabili politici per renderla più attraente. La geotermia può anche essere importante nel contesto di un sistema energetico olistico perché può fornire la potenza di carico di base che può bilanciare l’energia rinnovabile variabile come il sole e il vento. La geotermia potrebbe essere un modo per aumentare la flessibilità del sistema energetico. L’impiego della geotermia nel settore agroalimentare e nel riscaldamento e raffreddamento locale deve ancora essere promosso».

Per quanto riguarda le potenzialità dello sviluppo geotermico a livello nazionale, le stime più dettagliate restano quelle elaborate dall’UGI (Unione Geotermica Italiana) con orizzonti al 2030 e 2050: le risorse geotermiche su terraferma del territorio italiano potenzialmente estraibili da profondità fino a 5 km sono dell’ordine di 21 exajoule (21×1018 joule, corrispondenti a circa 500 Mtep, ovvero 500 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio)», in altri termini circa 3 volte tutta l’energia primaria consumata in Italia nell’intero 2015 (pari a 171,289 Mtep).