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L’Unione Geotermica Italiana è stata ricevuta al Ministero dell’Ambiente

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Al centro dell’incontro gli incentivi geotermici in bilico e la necessità di salvaguardare l’ambiente con disposizioni chiare, coerenti e tecnicamente solide

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

L’Unione Geotermica Italiana (UGI) è stata ricevuta dalla segreteria tecnica di Vannia Gava, sottosegretaria al ministero dell’Ambiente, per un confronto ad ampio spettro sulla geotermia e le sue possibilità di sviluppo a livello nazionale.

Si tratta di un incontro (avvenuto il 17 gennaio) che fa seguito a quello del novembre scorso, quando UGI chiese un incontro al ministero dello Sviluppo Economico (MISE) per comprendere le motivazioni dietro lo schema di decreto FER1 – elaborato proprio dal Mise –, che per la prima volta cancellava gli incentivi alla produzione di energia elettrica da geotermia, in quanto fonte rinnovabile.

Al ministero dell’Ambiente l’incontro «si è svolto in un clima cordiale e i rappresentanti del ministero hanno ascoltato con interesse quanto espresso da UGI, pur senza esprimere – dichiarano dall’Unione Geotermica – particolari pareri sul tema».

Ribadendo il principio «condiviso tra tutti gli interlocutori» che la geotermia è una fonte energetica rinnovabile, UGI si è proposta come interlocutore tecnico scientifico per supportare le impegnative scelte di indirizzo, organizzando e fornendo dati e informazioni utili a tale scopo, e soprattutto «ha ribadito la posizione già espressa in precedenti comunicati e nell’incontro con il MISE, e cioè che la geotermia va considerata nei decreti FER1 e FER2, a sostegno dei costi iniziali e per lo sviluppo di tecnologie sempre più rispettose dell’ambiente».

La storia, anche recente, mostra che tutto questo è possibile: «Molti passi avanti sono stati già fatti – argomentano dall’Ugi – i territori toscani che ospitano gli impianti geotermici hanno assistito, negli anni, al miglioramento della qualità ambientale in conseguenza dello sviluppo di nuove tecnologie volte alla riduzione degli impatti ambientali. A conferma si possono citare i dati ambientali raccolti dall’ARPAT e da alcuni Comuni geotermici (come nel caso di Piancastagnaio, che si è dotato di un’apposita centralina proprio con l’assistenza del MISE, ndr), che testimoniano l’assoluta mancanza di criticità ambientali in quelle aree».

Una realtà sostenuta anche dalle migliaia di cittadini che hanno partecipato alle manifestazioni a sostegno della geotermia tenutesi il mese scorso a Larderello e Santa Fiora, (mentre un’altra manifestazione è oggi in programma a Chiusdino).

«Nondimeno molto lavoro è ancora necessario sia per aumentare la quota di energia geotermica utilizzata sia migliorando le performance ambientale degli impianti utilizzatori».

Un progresso che già oggi è palpabile in Toscana e che potrebbe dare ancora molto, con «le giuste forme di sostegno».

Nonostante ciò, le «misure di valutazione e controllo ambientali messi in atto dalle autorità pubbliche, certamente basilari per il corretto sviluppo delle tecnologie energetiche, non sembrano mai sufficienti a rispondere alle preoccupazioni espresse da alcuni cittadini e comitati civici», determinando – nel migliore dei casi – presso molte Amministrazioni «procedure autorizzative e pause amministrative eccessivamente lunghe. La conseguente mancanza di tempi certi per la realizzazione dei progetti sta notevolmente frenando lo sviluppo del settore, che pure beneficia in Italia di una grande potenzialità di risorse e industrie di riconosciuto livello internazionale».

Ecco dunque perché UGI ha proposto l’istituzione di un tavolo tecnico utile ad «ampliare e rafforzare la normativa ambientale nazionale e definire protocolli autorizzativi trasparenti ed efficaci che snelliscano le procedure e riducano i tempi necessari all’avvio dei progetti, e di una Authority che garantisca la raccolta, diffusione e il controllo dei dati ambientali».

Purtroppo però non sembra questo al momento l’orizzonte nazionale: «La geotermia ha grandi potenzialità di sviluppo in Italia, soprattutto per quanto riguarda gli usi del calore, eppure continua ad essere negletta, come si legge nella proposta di Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) che l’Italia ha recentemente elaborato. Un Piano poco ambizioso – osservano da UGI – che non prevede aumenti significativi di produzione elettrica o termica da geotermia».