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Plv agricola 2018: la Toscana rialza la testa

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Segnali positivi dopo l’annus horribilis 2017. L’aumento della Plv non si è però tramutato in reddito per gli agricoltori. Occorrono accordi di filiera.

Fonte: Coldiretti Toscana

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La produzione lorda vendibile (Plv) agricola della Toscana nel 2018 è cresciuta di circa il 22% rispetto al 2017. Lo comunica Coldiretti Toscana che specifica come il dato rappresenta una prima stima e che risultati più attendibili potranno esserci solo nei prossimi mesi.

Anche se è un aumento significativo, che porta la Plv agricola Toscana a 2974 milioni di euro, viene dopo l’annus horribilis 2017 che, a causa di un andamento climatico anomalo, vide scendere la Plv a poco più di 2400 milioni di euro.

“L’aumento della Plv non si è però tramutato in reddito per gli agricoltori – commenta Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana – in parte per l’aumento dei costi di produzione, con l’aumento dell’energia, dei prodotti fitosanitari, dei concimi e dell’alimentazione animale, in parte per la complessità e la lunghezza delle filiere agroalimentari che impediscono di suddividere equamente il reddito tra tutti i soggetti, in particolare verso i produttori all’origine di ogni filiera. Il prezzo pagato alla produzione è sempre più spesso svincolato dai reali andamenti di mercato e dalla domanda finale, al punto che la diminuzione dei prezzi all’origine non porta quasi mai ad una diminuzione dei prezzi al consumo, spesso con una equiparazione tra i prezzi dei prodotti esteri di qualità indefinita e quelli del prodotto nazionale di qualità”.

“La nostra Organizzazione – afferma Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana – è impegnata a ricercare strade per la valorizzazione delle produzioni italiane, cercando di edificare progetti, contratti ed accordi di filiera, che hanno trovato massima espressione a livello nazionale  attraverso “Filiera Italia” la nuova realtà associativa che nel 2018 per la prima volta ha visto il mondo agricolo e l’industria di eccellenza insieme per difendere la filiera agroalimentare nazionale sul mercato interno ed estero valorizzando la distintività del cibo italiano nella trasformazione e lavorazione industriale. Alcuni degli accordi di filiera realizzati nel 2018 riguardano comparti importanti anche per la Toscana a partire dall’accordo di filiera della carne bovina che coinvolge con Coldiretti la più grande azienda agricola italiana, Bonifiche Ferraresi, e il gruppo Cremonini, leader nel mercato italiano delle carni, fino all’accordo di filiera per i grani antichi, con la bolognese Sis, maggiore società sementiera italiana. Anche la Toscana ha fatto la sua parte nella progettazione integrata di filiera nell’ambito del PSR 2014-2020 con 15 progetti su innovazione e sviluppo territoriale”.

“Contemporaneamente – continua De Concilio – Coldiretti è impegnata sul fronte della trasparenza nell’informazione ai cittadini, attraverso la tradizionale battaglia per l’etichettatura obbligatoria sull’origine del cibo che abbiamo voluto portare a livello europeo con una raccolta firme autorizzato dalla stessa Commissione Ue che vede coalizzato a fianco di Coldiretti un intero fronte europeo con la Fnsea, maggiore sindacato agricolo francese, la Ocu, principale associazione consumatori spagnola, Solidarnosc, lo storico sindacato Polacco, la Upa, i piccoli agricoltori di Spagna, Gaia, l’associazione degli agricoltori Greci, Green Protein, Ong svedese e ancora le italiane Slow Food, Fondazione Uni Verde e Campagna Amica. Tutti raccolti sotto lo slogan “EatORIGINAL – Unmask your food” (Mangia originale – smaschera il tuo cibo).