In occasione della pubblicazione del nuovo Rapporto Comuni Rinnovabili 2017, Legambiente all’interno del sito www.comunirinnovabili.it racconta il successo delle fonti pulite e il cambiamento che sta avvenendo nel territorio italiano con numeri, storie e buone pratiche tra le quali spiccano quelle della Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili.
All’interno del sito il Cigno Verde si concentra in particolare su esempi d’eccellenza come l’azienda biologica Poderina Toscana (presente nel rapporto 2016), o, per limitarci al rapporto 2017, l’azienda agricola Podere Paterno (nel Comune di Monterotondo Marittimo), la cooperativa sociale Parvus Flos (con serre a Radicondoli, Monterotondo Marittimo e Castelnuovo Val di Cecina), il birrificio artigianale Vapori di birra (a Sasso Pisano) – che quest’anno ha ricevuto da Legambiente il premio “Rinnovabili e cibo di qualità” – o l’azienda agricola Serraiola Wine (anch’essa a Monterotondo Marittimo).
Una conferma del trend sostenibile e di buone pratiche rinnovabili che sembrano caratterizzare la Regione Toscana, anche grazie all’esperienza della CCER.
A Roma, è toccato a Federico Maggi di CoSviG–Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche, raccontare la realtà tutta toscana della Comunità del cibo a energie rinnovabili .
CoSviG, infatti, che cura ancora adesso la Segreteria della Comunità del Cibo ad Energie Rinnovabili, fu tra i promotori dell’intesa con Slow Food Toscana, Fondazione Slow Food per la Biodiversità che condusse, nel lontano 2009 alla firma dello statuto dell’Associazione “Agricoltori Custodi della Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili della Toscana” con 5 pionieristiche aziende che avevano fatto della sostenibilità ambientale delle loro produzioni una priorità irrinunciabile. “Quelle aziende che, ad oggi,” ha continuato Maggi “sono diventate -tra soci produttori e sostenitori- ben 20, nei vari settori della produzione casearia, vitivinicola, olearia, allevamento, per arrivare addirittura al mondo della ristorazione e molto altro ancora”.
E ancora, ha sottolineato in particolare «l’importanza che, a valle dell’impiego per la produzione elettrica -che copre circa il 27% del fabbisogno elettrico regionale-, assume l’utilizzo diretto del calore geotermico, in particolare per i teleriscaldamenti realizzati dai comuni soci di CoSviG che, complessivamente, forniscono calore a oltre 10mila utenze residenziali e aziende, e per gli usi nel settore agroalimentare. Ed è proprio in questo contesto che si è sviluppata la volontà, da parte del Consorzio CoSviG, di valorizzare il territorio e le piccole aziende agricole ed agroalimentari che ne fanno parte, per promuovere una realtà dedicata al cibo di qualità e alla sostenibilità delle produzioni agroalimentari come la Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili, anche grazie al sodalizio con Slow Food.».
Nel frattempo i prodotti buoni, giusti e puliti derivanti dall’attività della CCER rappresentano già una realtà concreta che è stata portata in tavola in occasione della presentazione del Rapporto Comuni Rinnovabili 2017 con una degustazione 100% rinnovabile: a disposizione degli avventori pasta, condimenti, salumi, formaggi e vino la cui produzione è stata possibile grazie all’impiego di energia da biogas, insieme ad altri formaggi “solari”, una birra artigianale “da idroelettrico” e una birra artigianale “geotermica”. Se è sostenibile, il cibo ha un sapore migliore.