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Enel ed Eni, ecco come Calenda cambierà la strategia energetica di Passera

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Ieri alla Camera l’audizione sulla Sen dei ministri Carlo Calenda e Gianluca Galletti, rispettivamente responsabili dei dicasteri di Sviluppo economico e Ambiente

Fonte: Formiche.net

Autore: Gianluca Zapponini

Lenta, ma avanza. L’Italia ce la sta mettendo tutta per centrare gli obiettivi della Strategia energetica nazionale (Sen) (qui il documento), che fissa la road map per la riduzione delle emissioni atmosferiche, attraverso un più ampio ricorso alle rinnovabili. Il punto è stato fatto ieri pomeriggio alla Camera, nel corso di un’audizione, dai ministri Carlo Calenda e Gianluca Galletti, rispettivamente responsabili dei dicasteri di Sviluppo economico e Ambiente.

OBIETTIVI (QUASI) RAGGIUNTI

La prima buona notizia è arrivata dal fronte degli obiettivi fissati dalla Sen 2013 elaborata dall’ex ministro Corrado Passera, che seguono quelli fissati dall’Europa nella strategia 2020. Due i punti di maggior peso, la riduzione delle emissioni di gas e l’aumento della presenza delle rinnovabili nelle fonti energetiche. “Sull’ambiente abbiamo raggiunto gli obbiettivi che ci eravamo prefissati, sia per quanto riguarda la penetrazione delle energie rinnovabili che la riduzione delle emissioni di gas serra”, ha spiegato Calenda. Precisando tuttavia come sulla riduzione delle emissioni abbia giocato un ruolo decisivo anche la crisi, che ha portato alla chiusura di molte aziende. In particolare le emissioni di gas serra si sono ridotte del 16% nel 2015 sul 1990, un livello già superiore a quanto fissato dalla strategia 2020, che prevede una taglio del 10%.

LA SEN CHE VERRA’

Il governo sta però aggiornando la strategia nazionale (Sen 2017), come peraltro annunciato dallo stesso Calenda lo scorso anno. E ieri il titolare dello Sviluppo ha anticipato le linee guida di tale revisione, basata su pilastri in parte differenti da quella vecchia. “La nuova strategia energetica nazionale dell’Italia si declinerà su tre assi: competitività, ambiente e sicurezza. Si partirà dagli obiettivi di quella precedente basata invece su quattro assi: competitività, ambiente, sicurezza e crescita. Ma nella nuova strategia il tema della crescita non sarà trattato come un capitolo a parte”. In particolare, sul primo punto, Calenda ha spiegato come “gli obiettivi saranno quindi azzerare il differenziale nel prezzo del gas e dell’energia elettrica, gestire l’evoluzione del mix generativo”.

LA QUESTIONE DEL GAS

Al di là degli sforzi dell’Italia per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, rimane il problema dell’approvvigionamento di gas, visto che l’Italia è un Paese non autosufficiente da un punto di vista energetico. Il ministro lo ha detto senza mezzi termini, in futuro potrebbe essere necessario trovare delle fonti alternative a quelle esistenti. “C’è per l’Italia l’esigenza di valutare fonti alternative di approvvigionamento di gas, perché nel 2022 termineranno i contratti a lungo termine con l’Algeria, con una domanda stabile al 2030. Quindi si devono sviluppare altre pipeline che portino a contratti fissi oppure una strategia che premia la rigassificazione che per un certo periodo sarà un mercato più liquido e con un prezzo più basso”.

GALLETTI VUOLE RIORGANIZZARE L’AMBIENTE

Il ministro Galletti ha poi lanciato una proposta. Ovvero quella di ripensare il perimetro del dicastero per metterlo nelle condizione di condividere con gli altri ministeri gli sforzi del Paese in materia di sostenibilità. “Gli obiettivi di Parigi non si  esauriscono nella Sen, che è una parte degli obiettivi da raggiungere che non coinvolgono solo energia ma agricoltura, economia, trasporti. Questo ci impone un ripensamento della governance del ministero dell’Ambiente, tema da affrontare nei prossimi mesi e nei prossimi  anni”. Galletti ha motivato la riorganizzazione spiegando che “se guardiamo i tre documenti su cui stiamo lavorando adesso, cioè il Piano nazionale Clima ed Energia, la Strategia nazionale dello  sviluppo sostenibile e la Strategia nazionale di sviluppo a basse emissioni al 2050  vediamo che questi tre documenti insieme fanno un programma di governo, sono interessati  tutti i ministeri: è impensabile che un processo così complesso e che coinvolge le competenze di tanti ministeri possa essere svolto e coordinato solo dal ministero dell’Ambiente”.