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Non solo petrolio e gas, in Toscana Ge punta anche sulla geotermia

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Le politiche di Trump non cambieranno le prospettive della multinazionale in Italia

Fonte: greenreport.it

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Alla vigilia del meeting annuale dell’azienda che si è aperto ieri a Firenze, ieri l’amministratore delegato di Ge Oil&Gas Jeffrey Immelt (nella foto) ha incontrato il presidente della Regione Enrico Rossi, ribadendo la volontà di andare avanti con il progetto Galileo e con gli «investimenti che – spiegano dalla Regione –faranno della Toscana il più grande centro mondiale per la produzione di turbine di nuova generazione per l’estrazione di gas e petrolio».

L’amministratore di Ge, su domanda del presidente Rossi, ha inoltre rassicurato sul fatto che le politiche del presidente Usa Donald Trump non cambieranno le prospettive di Ge per l’Italia.

Quel che giocoforza dovrà influire, però, sono le politiche individuate come necessarie a livello internazionale per contrastare l’avanzata dei cambiamenti climatici: l’Accordo di Parigi, ratificato dall’Italia come dagli Usa, prevede di mantenere il riscaldamento globale entro i +2 °C, e di fare tutto il possibile per arrestarlo anche prima, entro i 1,5 °C. Se questo è l’impegno, è lo stesso Unep – il Programma Onu per l’ambiente – a spiegare che le strategie nazionali finora presentate non sono affatto sufficienti per centrare l’obiettivo: stiamo andando verso +3,5 °C, ovvero abbondantemente oltre la soglia necessaria per evitare cambiamenti climatici drastici e irreversibili.

Le turbine che saranno realizzate in Toscana serviranno per estrarre (non sul suolo regionale) petrolio e gas; quest’ultima rappresenta la fonte fossile meno inquinante – e meno impattante in termini di gas serra emessi –, importante nella fase di transizione verso le rinnovabili, ma ciò non toglie dall’analisi l’orizzonte comune. Per centrare gli obiettivi climatici è noto che i due terzi delle riserve fossili note dovranno rimanere dove sono, racchiuse nel sottosuolo.

Un cambiamento che dovrà vedere come attori protagonisti anche le multinazionale di settore. Ge ha già nel suo Dna il know how necessario: come già documentato su queste colonne, da sola, General electric con la sua divisione Ge renewable energy rappresenta energia rinnovabile installata per 370 GW di potenza – circa il 20% di tutta quella presente nel mondo. Anche in Toscane è possibile potenziare e incentivare questo tipo di investimenti, facendo leva in primis sulla geotermia.

«L’amministratore della multinazionale – ha riferito il presidente Rossi – ha confermato l’interesse per la Toscana e l’apprezzamento per il ruolo delle istituzioni, anche per i nuovi obiettivi come il cantiere che Ge Oil and gas intende allestire nel porto di Piombino (Livorno) e per la fornitura di tecnologia per la geotermia. Il progetto Galileo prevede un investimento di circa 600 milioni. Le istituzioni italiane intervengono con 64 milioni di cui 24 finanziate dalla Regione Toscana con fondi europei. È anche grazie all’impegno della Regione se General Electric, la più grande multinazionale che opera nel settore oil&gas, ha mantenuto l’insediamento in Toscana (con le tre sedi di Massa, Firenze cui si aggiungerà presto Piombino, nonché con il coinvolgimento nel laboratorio Sesta, a Radicondoli sulla geotermia), con oltre 4000 addetti diretti e indiretti e un volume di affari che rappresenta già circa il 3% del Pil regionale».