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Un nuovo anno da record per la geotermia toscana

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Elettricità, calore, turismo ed eccellenze enogastronomiche: i territori geotermici continuano a stupire

Fonte: GeotermiaNews.it

Autore: Redazione

«Ormai da alcuni anni la geotermia stabilisce un record di produzione dopo l’altro, a conferma che si tratta di una risorsa antica ma in grado di rinnovarsi continuamente per andare oltre se stessa e contribuire in modo determinante allo sviluppo delle rinnovabili in Toscana e in Italia». Commenta così Massimo Montemaggi, responsabile Geotermia Enel Green Power, i dati ufficiali della produzione 2016 Enel Green Power da fonte geotermica in Toscana: le 34 centrali geotermiche in esercizio sul territorio regionale hanno fatto registrare una produzione di 5.871 GWh, 51 in più rispetto all’anno precedente.

Si tratta di un risultato storico perché negli oltre 100 anni di attività industriale (in Toscana Enel Green Power gestisce il più antico complesso geotermico del mondo) mai era stato raggiunto un livello così elevato di produzione, segno evidente –spiegano da EGP– della rinnovabilità della risorsa.

“A livello di organizzazione aziendale,” si legge nel comunicato stampa ufficiale di Enel Green Power “le centrali sono raggruppate nelle cosiddette “Aree Geotermiche” (ognuna delle quali raccoglie impianti di province diverse) di Larderello, Radicondoli, Lago Boracifero e Piancastagnaio/Amiata: le aree di Larderello e di Lago hanno fatto registrare una produzione rispettivamente di 1.822 e di 1.851 GWh, l’area di Radicondoli di 1.217 GWh e gli impianti amiatini di Piancastagnaio, Santa Fiora e Ardicosso di 981 GWh”.

Complessivamente, i quasi 6 miliardi di Kwh prodotti in Toscana corrispondono al consumo medio annuo di oltre due milioni di famiglie e forniscono calore utile a riscaldare oltre 10mila utenti residenziali nonché aziende dei territori geotermici, circa 30 ettari di serre, caseifici e una importante filiera agricola e gastronomica: si pensi ad esempio alla CCER, la Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili che, nata nel 2009 grazie ad un’intesa tra Slow Food Toscana, Fondazione Slow Food per la Biodiversità e CoSviG, il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche, raccoglie al proprio interno aziende della filiera agroalimentare e vitivinicola che hanno fatto della sostenibilità dei propri processi produttivi il proprio vanto ed orgoglio.

Anche l’indotto turistico cresce insieme alla geotermia, con i territori geotermici nelle province di Pisa, Siena e Grosseto che sono riusciti a richiamare oltre 60mila turisti in un anno.

«Il record di quest’anno –osserva Montemaggi– conferma che siamo sulla strada giusta, grazie al nostro know how e alla collaborazione con le istituzioni regionali e locali, con gli imprenditori e le associazioni di categoria con l’obiettivo di continuare ad essere leader a livello internazionale, aumentare ulteriormente le ricadute locali e consolidare il distretto geotermico toscano in Italia e nel mondo». In che modo? Alcune indicazioni arrivano dall’ultimo Forum “QualEnergia?-Conferenza nazionale 2030 Che clima che fa” promosso da Legambiente, La Nuova Ecologia, KyotoClub, dove il direttore generale di CoSviG, Sergio Chiacchella, ha avuto l’occasione per presentare il punto di vista del Consorzio: «Pensiamo che le scelte di un territorio debbano essere assolutamente consapevoli. Non si tratta solo di utilizzare la geotermia e le altre energie rinnovabili, ma anche di valorizzarle come strumento per favorire la crescita di iniziative concrete coerenti con i criteri della sostenibilità. Sostenibilità da sempre nel DNA di CoSviG, fatta di interventi che valorizzino un territorio complesso dal background storico e culturale antichissimo che – in alcuni casi – affonda le proprie radici in età etrusca e romana. Per questo la concertazione con le amministrazioni e le popolazioni locali delle aree geotermiche è importante: occorre programmare ed incentivare interventi che non rompano l’equilibrio delicato dei territori».