Enea Cosentino, oltre ad esserne presidente, è anche uno dei testimoni della nascita e crescita della CCER, la Comunità del cibo a energie rinnovabili: la cooperativa sociale ParvusFlos – in cui ricopre il ruolo di responsabile per produzione e logistica – è tra le aziende fondatrici. Non a caso è sempre stato presente nelle varie edizioni del Salone del Gusto cui la Comunità ha partecipato (5 compresa quella di quest’anno, a partire da quella del 2008).
Quella targata 2016 – dal 22 al 26 settembre – è la quinta edizione del Salone del Gusto che vede la partecipazione della Ccer. 8 anni e un bel po’ di acqua sotto i ponti da quella “prima volta”. Cosa ricorda di quell’esperienza?
«Vorrei dire che è passato troppo tempo e che è difficile ricordarla, ma in realtà non è così. Entrare al Lingotto di Torino e ritrovare in un unico luogo tutti i sapori del mondo, con così tanti prodotti, territori, profumi, fu una esperienza inedita per me. Quasi traumatica. Ancora adesso provo una emozione fortissima a ripensarci».
La Ccer è molto cambiata da allora. Come e con quali obiettivi vi presenterete quest’anno al Salone del Gusto?
«Siamo cresciuti, è vero, anche se abbiamo voluto conservare lo spirito di quegli esordi, quella sorta di “innocenza”, di “meraviglia” ogni volta che ci troviamo a scoprire qualcosa di nuovo. Quello che è cambiato, forse, è il nostro approccio. Vogliamo conoscere e collaborare con altre realtà, avvicinare i nostri prodotti e metodi produttivi – basati sull’impiego delle energie rinnovabili – a territori e produttori lontani. L’esperienza che abbiamo fatto come produttori può essere – in alcuni casi – replicabile in contesti diversissimi».
Quali sono gli appuntamenti cui tenete di più in questa edizione?
«Quest’anno il Salone del Gusto cambia completamente forma, aspetto, approccio. Sarà di nuovo una prima volta! Avremo una griglia di eventi molto ricca all’interno dello stand ToscanaLab: approfondimenti, degustazioni, laboratori. Inoltre avremo a nostra disposizione una bancarella dove poter proporre il nostro paniere di prodotti, “buono e pulito”. Dobbiamo ringraziare CoSviG (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche) che anche per questa edizione ha fatto sì che potessimo presentarci ad una platea multietnica, attenta e sensibile al tema della sostenibilità ambientale, all’uso delle energie rinnovabili, alla valorizzazione del territorio e dei prodotti autoctoni come tradizionalmente è quella di Terra Madre/Salone del Gusto».
Uno sguardo al futuro: cosa c’è dietro l’angolo per la Ccer?
«Dietro l’angolo ci sono decisioni importanti. Negli ultimi mesi partecipando ad eventi importanti come Expo e fiere internazionali, ci siamo resi conto di quanto l’esperienza della Comunità del cibo a energia rinnovabile abbia un fascino e un appeal incredibile. Gli stessi prodotti del nostro “paniere” riscuotono ovunque un grandissimo successo».
Quindi?
«Dobbiamo incominciare a pensare ad una struttura commerciale e al marketing. In particolare, poter vendere i nostri prodotti con più facilità e immediatezza, in Italia ed all’estero. Sarebbe bello poter realizzare un punto vendita nel territorio ma anche una piattaforma per vendite online, per iniziare. Questa è la rotta verso la quale vorrei traghettare l’Associazione».