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Dal leader della geotermia mondiale uno studio per il rilancio degli investimenti in UE

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Enel e The European House–Ambrosetti hanno presentato un’analisi congiunta durante il forum di Cernobbio

Fonte: GeotermiaNews.it

Autore: Redazione

Enel rappresenta un leader mondiale indiscusso nell’energia geotermica: è l’unico operatore in grado di coprire l’intero ciclo del progetto, dalla fase di esplorazione alla costruzione e gestione degli impianti. Caratteristiche maturate in Toscana -a Larderello prospera ancora il più antico complesso geotermico del mondo-, dove la storia della geotermia industriale è nata e prosegue da oltre 100 anni. Con queste credenziali, Enel ha presentato durante la 42esima edizione del celebre forum promosso da The European House–Ambrosetti (recentemente conclusosi a Cernobbio) lo studio “Rafforzare l’investibilità dell’Europa: proposte di policy per rilanciare gli investimenti in Europa e il ruolo del settore dell’energia e della digitalizzazione”.
«L’Europa si trova ad affrontare una sfida difficile per garantire una crescita economica continua e sostenibile nel quadro del processo di decarbonizzazione ora in corso. Gli investimenti svolgeranno in questo contesto un ruolo centrale -ha commentato il Ceo di Enel, Francesco Starace– Enel, in quanto leader nel settore delle utility globali, è in prima linea nel processo di profondo cambiamento che sta vivendo il settore. Riconosciamo pertanto l’importanza di politiche che rispondano in modo efficace al rapido progresso tecnologico, e di modelli che promuovano l’innovazione come base per uno scenario d’investimento macro-economico stimolante. Inoltre, un quadro giuridico e regolamentare chiaro, stabile, trasparente e lungimirante è cruciale. Questo è particolarmente vero in Europa, dove gli sviluppi tecnologici e le dinamiche di mercato offrono opportunità uniche, non solo nel settore energetico, ma in tutta l’economia».
Lo studio –sintetizzano da Enel– sottolinea come l’UE sia il principale hub per gli investimenti a livello globale grazie all’ampiezza del mercato interno, alla sicurezza geo-politica, alle solide basi istituzionali, ad una forza lavoro altamente qualificata e alle capacità tecnologiche e di ricerca. Eppure, l’Europa sta soffrendo le conseguenze della crisi più di altre economie, esiste un elevato livello di frammentazione tra gli Stati membri e un gap di investimenti che non sostiene la crescita di lungo periodo. A tal fine occorrerà rimuovere alcuni fattori che ad oggi ostacolano l’investibilità, tra i quali spicca un quadro normativo frammentato e instabile, fonte di numerose incertezze anche sul fronte geotermico italiano.
Chiarezza nelle strategie di investimento, visione ‘trasversale’ degli obiettivi di sviluppo di medio-lungo periodo, coerenza tra livelli di intervento europeo e nazionale, collaborazione tra settore privato e pubblico, flessibilità di soluzioni sulla base dei bisogni degli Stati membri. Per l’Europa è necessario un modello di crescita trainato dagli investimenti attraverso il coinvolgimento positivo del settore privato e lo stimolo a settori ad alto potenziale che possono innescare un effetto leva sull’economia. Sono soprattutto le "industrie di rete", quali energia, trasporti, Ict a rappresentare fattori abilitanti di competitività, innovazione e crescita: queste, in definitiva, le conclusioni del rapporto.