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La geotermia si muove…nel resto del mondo

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Molti i programmi di sviluppo dell’utilizzo dell’energia geotermica in molte aree del pianeta, dall’America del sud all’Africa, anche grazie agli aiuti dell’Europa.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

L’Agenzia per la promozione e lo sviluppo degli investimenti nel Neuquén – una regione centro-occidentale dell’Argentina- ha lanciato un bando per l’esplorazione geotermica di due siti minerari di montagna (2.300 metri) presso l’area vulcanica di Domuyo, al confine con il Cile. Paese quest’ultimo che sfrutta la geotermia anche ai fini turistici portando ogni anno migliaia di visitatori nelle numerose sorgenti termali alimentate dall’alta attività geotermica del territorio. E che ora intende puntare con decisione sullo sviluppo delle risorse geotermiche, come ha annunciato il ministro dell’Energia, Ricardo Raineri, precisando che questo sforzo sarà sostenuto sul piano finanziario con investimenti per oltre 200 milioni di dollari nel corso dei prossimi due anni. Investimenti che il Governo è convinto possano fare da volano per una forte mobilitazione di capitali da parte di società internazionali e a questo proposito, sempre Raineri ha annunciato che entro il 2012 saranno accordate più di 170 concessioni per le società interessate a sviluppare progetti geotermici, e che, da parte del Ministero da lui diretto vi è l’impegno a semplificare la regolamentazione nel settore, così da snellir gli iter burocratici e favorire un maggior numero di progetti.

In Argentina si punta a valutare le potenzialità geotermiche dei due siti nella regione del Neuquén allo scopo di realizzare uno o più impianti per la produzione di energia. Questi progetti, qualora si dimostrassero realizzabili, oltre a godere degli incentivi governativi potrebbero rientrare nel sistema di Clean Development Mechanism (scambio di quote di emissione) previsto dal Protocollo di Kyoto.

Sempre nella provincia di Neuquén, sul sito di Copahue, lo scorso agosto è stata anche formalizzata la concessione alla società canadese Geothermal One per la realizzazione di una centrale da 30 MW, che potrebbe rappresentare la prima centrale geotermica in Argentina.
 

E l’Europa ha dato avvio, in questi giorni, assieme all’Unione Africana, al Renewable Energy Cooperation Programme, che destina anche un contributo economico di 5 milioni di euro da parte dell’Unione europea per l’avvio di un piano per il raggiungimento dei target di energie rinnovabili da parte del continente africano, fissati al 2020, che prevede anche lo sviluppo della geotermia.

L’avvio al piano è stato annunciato in occasione dell’High Level Meeting of the Africa-EU Energy Partnership (AEEP) di Vienna -che si è svolto il 14 e il 15 settembre- dai Commissari europei Andris Pieblags e Gunther Oettinger, che hanno presentato la roadmap messa a punto e gli obiettivi per l’Africa nei settori dell’accesso all’energia, della sicurezza energetica e della diffusione delle fonti rinnovabili entro il 2020.

<<Ad oggi 1,6 miliardi di persone in tutto il mondo non hanno accesso all’elettricità – ha dichiarato il Commissario Andris Pieblags- la maggior parte di loro vivono in Africa centrale e in Asia meridionale.>> Una condizione che mette in discussione, secondo il Commissario <<il potenziale di crescita in questi paesi dall’1 al 2%.>> dato che è necessaria una fonte affidabile di energia elettrica per alimentarne lo sviluppo.

<<L’Africa- ha continuato il Commissario europeo- ha un vasto potenziale rinnovabile, che va dall’energia idroelettrica, all’energia solare, eolica, geotermica e da biomassa, che potrebbe essere utilizzato per garantire l’accesso all’elettricità a milioni di persone>>.

L’avvio del Renewable Energy Cooperation Programme è stato quindi definito da Pieblags un atto

<< fondamentale per il partenariato tra l’UE e l’Africa verso la rivoluzione rinnovabile.>>.

Un programma di cooperazione che <<contribuirà agli sforzi dell’Africa per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio e assicurare la crescita futura a basse emissioni di carbonio>>.
Alla base del Programma , che durerà un decennio, il raggiungimento di alcuni obiettivi base, tra cui la realizzazione di 10mila MW di impianti idroelettrici, almeno 5000 MW di eolico, 500 MW di energia solare e l’aumento dell’efficienza energetica e della sicurezza in tutti i settori, oltre al raddoppio della capacità di interconnessione elettrica transfrontaliera e il raddoppio dell’utilizzo del gas naturale incentivandone anche le esportazioni.

Intanto il Kenya va avanti in maniera autonoma puntando su eolico e geotermia.

Il piano presentato dal ministro dell’Energia, Kairitu Murungi, prevede infatti di passare dagli attuali 1350 di energia elettrica prodotta a 3000 megawatt entro la fine del 2013 di cui circa 500 megawatt, dovrà essere garantita da fonti rinnovabili.

Il primo dei progetti volti alla produzione di energia da fonti rinnovabili contempla la creazione di un parco eolico da 25,5 megawatt sulle colline Ngong, alle porte di Nairobi, ma si punta anche allo

sfruttamento del potenziale geotermico della regione orientale della Rift Valley, che potrebbe valere 280 megawatt in più entro il 2012.