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Starace, AD di Enel: “Stop alle vecchie centrali l’energia che ci salverà viene dalla terra e dal sole”

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Iniziativa Enel avviata anticipatamente in occasione della giornata mondiale (che avrà luogo il 25 novembre) contro la violenza sulle donne. Nella foto la dottoressa Silvia Fiori direttrice di Enel Audit. © Guido Fuà / Eikona - All rights reserved
L’intervista: L’ad di Enel, Francesco Starace: “Qui il meglio del nostro paese”

Fonte: La Repubblica

Autore: La Repubblica

RENO (NEVADA) «Eccoci nel cuore di un exploit italiano unico al mondo. Matteo Renzi ha curiosità per le tecnologie e le ricadute economiche: oggi vedrà il meglio delle energie rinnovabili». L’amministratore delegato dell’Enel, Francesco Starace, organizza la prima tappa di questa visita negli Stati Uniti del presidente del Consiglio. Si comincia da un luogo «improbabile», il deserto del Nevada. Reno è famosa come la piccola rivale di Las Vegas, sulle rive del Lago Tahoe. Ma alla sua periferia è subito deserto. A un’ora di strada sorge la centrale Stillwater di Enel Green Power, di cui Starace ci spiega l’importanza in questa intervista.
Come ha convinto Renzi ad arrivare nel deserto a sei ore di volo dalla East Coast?
«Ne vale la pena: nel mezzo degli Stati Uniti questo è un trionfo del made in Italy, una tecnologia nuova, nella quale siamo i migliori al mondo. Questa centrale Stillwater ha due record. Primo: è la più grande del suo genere. Secondo: è la prima a combinare l’energia geotermica con quella solare, realizzando una simbiosi ricca di potenzialità. Di recente abbiamo aggiunto un terzo elemento: a fianco all’energia geotermica e a quella solare fotovoltaica, dal 2015 c’è un impianto solare-termale che aumenta la temperatura dei fluidi geotermici, ottimizzando il rendimento di tutta la centrale».
Oggi alla visita di Renzi partecipano il governatore del Nevada e i parlamentari eletti in questo Stato. Che interesse avete trovato tra le istituzioni Usa?
«Lavoriamo insieme al Department of Energy federale e a diversi laboratori di ricerca pubblici. Gli americani si sono resi conto che siamo portatori di un know how avanzatissimo. Per molte generazioni le centrali elettriche furono mono-fonte, cioè alimentate da un solo tipo di energia. Far convivere tre tecnologie diverse come a Stillwater, spalanca opportunità di innovazione e di crescita ».
Perché proprio il Nevada? Replicherete l’operazione altrove?
«Il Nevada offre da una parte circostanze geotermiche particolari, d’altra parte spazi immensi. Il ruolo pionieristico del geotermale per l’Enel nasce con gli impianti di Larderello in Toscana, ma l’impatto paesaggistico di una centrale come Stillwater non sarebbe accettabile da noi. Qui nel Nevada ne abbiamo costruite due, gemelle, una terza nello Utah. Le prossime due saranno in Cile, infine la più grande di tutte la inaugureremo in Bassa Baviera».
Che ruolo hanno avuto qui i tecnici italiani? Di solito si pensa che in fatto di energie rinnovabili il know how più avanzato sia sulla West Coast degli Stati Uniti, in particolare in California.
«Per la messa in marcia di Stillwater sono venuti appositamente degli specialisti italiani da Larderello, hanno formato la forza lavoro locale. È certo un motivo di orgoglio, il riconoscimento che in queste tecnologie l’Italia è la pioniera mondiale».
Sembra contro-intuitivo, continuare a investire nelle energie rinnovabili in una fase in cui il petrolio costa poco. Il contro- shock petrolifero, che ha visto le quotazioni del greggio scendere a un terzo dai massimi di 150 dollari, non è un vento contrario che disincentiva le fonti rinnovabili?
«Nemmeno un po’. Anzi questo è un mito che è importante sfatare: è tanto diffuso quanto falso. L’impatto delle variazioni del prezzo del greggio sulle rinnovabili è inesistente, tant’è che gli investimenti nel solare, eolico e geotermico continuano a crescere ».
Come si spiega?
«Primo, l’uso del petrolio per produrre energia elettrica è minimo. Le alternative fossili sono semmai il gas e il carbone. Secondo, il legame tra prezzi del petrolio e del gas è tenue, in particolare qui negli Usa dove i contratti di fornitura di petrolio non sono collegati a quelli del gas. Terzo, tutte le economie mondiali hanno ridotto la loro dipendenza petrolifera ».