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L’energia geotermica per cambiare il mondo

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Questa la dichiarazione finale del congresso mondiale sulla geotermia che si è svolto a Bali la scorsa settimana dove è stato presentato, da parte di una società italiana, il primo progetto per utilizzare l’energia geotermica marina.

Fonte: Geotermia News.it

Autore: Redazione

<Siamo più di 2500 membri della comunità geotermica mondiale rappresentati da 85 paesi riuniti a Bali…>>. Inizia così la dichiarazione finale del congresso mondiale della geotermia 2010 che individua le future aree d’azione a partire da un assunto fondamentale, ovvero che l’energia è la chiave dello sviluppo e che la geotermia è l’energia che può cambiare il mondo, perché in grado di svolgere, più delle altre fonti energetiche, un ruolo fondamentale per agire un cambiamento.

E’ il secondo punto della dichiarazione che chiarisce bene questo assunto.

Il mondo ha bisogno di energia- si dice-ora e in futuro. E la geotermia è una fonte enormemente abbondante. Inoltre poiché il cambiamenti climatici in atto richiedono di essere governati e l’energia deve avere un costo ragionevole per la vasta popolazione che ne necessita, la geotermia ha il vantaggio di essere endogena, rinnovabile e sostenibile per i bassi impatti ambientali, oltre a non rappresentare un contributo per il riscaldamento globale causato dall’uso delle fonti fossili ad alto contenuto di carbonio.

Inoltre la geotermia può essere una fonte per produrre energia elettrica così come per lo sviluppo di usi diretti, compresi il riscaldamento degli edifici o la climatizzazione in vari processi industriali o di produzione agricola, o gli usi termali per sviluppare economie legate al turismo e ai centri benessere.

Una delle caratteristiche di base della geotermia- si legge nella dichiarazione di Bali- è il fatto di essere una fonte rinnovabile totalmente indipendente da variazioni giornaliere o stagionali, permettendo quindi un utilizzo maggiore rispetto alle fronti energetiche, incluse quelle fossili e quella nucleare. Si regge inoltre su una tecnologia solida e che di continuo viene migliorata.

 

Nonostante tutto questo la geotermia è ancora oggi poco sviluppata e lo è per usi molto limitati rispetto alle sue potenzialità. E due dei fattori che ne hanno limitato gli usi e che sono quindi da rimuovere sono da ricondursi alla necessità di ottenere finanziamenti e norme che ne regolino meglio l’utilizzo.

Per questo, al terzo punto si indicano le azioni da promuovere come assemblea per permettere che la geotermia assolva in pieno al proprio ruolo.

Ovvero maggiori investimenti per progetti locali, regionali e nazionali per sviluppare le economie di transizione e dare un maggior ruolo alla geotermia all’interno delle agenzie internazionali per le risorse economiche. È inoltre necessario rimuovere le barriere legislative e amministrative e fare in modo che tutti, tecnici, politici, leader mondiali, a tutti i livelli, si adoperino per creare un clima favorevole nell’opinione pubblica per permettere uno sviluppo sostenibile dell’energia geotermica e che vi siano risorse a disposizione.

Gli investimenti necessari possono assumere forme diverse, dagli incentivi fiscali, agli investimenti finanziari da parte delle banche e dei privati, sino ai venture capital funds, mentre il ruolo della politica dovrà essere quello di facilitare l’accesso a queste risorse.

 

Insomma la geotermia può rappresentare una leva importante per lo sviluppo di economie ancora svantaggiate fornendo l’energia necessaria senza creare impatti negativi per il clima e per questo i firmatari della dichiarazione chiedono impegni precisi ai leader politici a livello globale.

 

E il congresso mondiale che si è svolto a Bali è stata anche l’occasione per presentare il primo progetto per utilizzare l’energia geotermica marina, nato da una società italiana, la marchigiana Eurobuilding S.p.A. di Servigliano (AP).

Il progetto messo a punto assieme ad un gruppo di ricerca- elaborato e finanziato dalla società-che comprende l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanolgia (INGV)   l’Istituto per la Geologia Marina del CNR-Ismar,  l’ Università di Chieti ha infatti come obiettivo finale quello di produrre energia da un campo geotermico a mare.

Gli studi sono stati condotti nell’area di Marsili, nel Mar Tirreno sud-orientale, dove è presente un distretto vulcanico sottomarino e dove l’Eurobilding ha ottenuto, nel novembre 2009, un permesso di ricerca esclusivo per lo studio dei fluidi geotermici marini da parte del ministero dello Sviluppo Economico che prevede in primo luogo la realizzazione di un monitoraggio completo, utilizzando le metodologie e le tecnologie più innovative, per il quale la società ha già ottenuto parere positivo sulla Via da parte del ministero dell’Ambiente.

Qualora i risultati dello studio fossero positivi, quello di Marsili potrebbe diventare, quindi, il primo impianto per l’ approvvigionamento di energia geotermica offshore della storia.

L’utilizzo dei giacimenti marini potrebbe infatti aprire la strada a nuove possibilità di utilizzo della geotermia per la produzione energetica

Dando seguito e comprovando le istanze della dichiarazione finale del Congresso mondiale di Bali, sulle potenzialità ancora inespresse di questa fonte energetica.