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Le energie rinnovabili, volano dell’economia circolare

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Fonte: greenplanner.it

Autore: Maria Tomaseo

Energie rinnovabili, sviluppo, territorio e circolarità. Sono questi i temi che hanno animato l’intervento di Stefano Arvati, Presidente di Renovo, nell’ambito dell’VIII edizione del Forum QualEnergia, dedicato alla prossima conferenza sul clima di Parigi. Il forum ha preso il suo avvio da un confronto tra il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e Gianni Silvestrini, Direttore Scientifico di Qualenergia e Kyoto Club che hanno messo sul piatto una sfida fondamentale in vista della Conferenza di Parigi: la necessità di un netto cambio di passo nelle gestione delle politiche energetiche a livello globale. Il governo è stato poi invitato a rivalutare gli incentivi per il fotovoltaico, la cui interruzione ha causato un arresto di un settore innovativo che in questi anni ha contribuito alla riduzione delle importazioni di fonti fossili, del prezzo dell’energia elettrica e delle emissioni di gas serra. Ma non si è parlato di solo fotovoltaico al Forum di Qualenergia. Il cambiamento energetico, infatti, rende necessario un mix di risorse rinnovabili che permetta di abbandonare totalmente le fossili. Per questo sono state coinvolte aziende di tutti i settori energetici green e, in questo contesto, è intervenuto Stefano Arvati, Presidente di Renovo, per presentare il modello della sua azienda: instaurare un’economia circolare che sviluppi il territorio a partire dalle sue stesse risorse. Renovo propone in Italia e all’estero progetti basati principalmente sulla valorizzazione delle biomasse (residui agroforestali, organici e agroidustriali) del territorio, producendo energia elettrica e utilizzando l’energia termica ai fini di un efficientamento energetico e di un’implementazione di filiere locali che sviluppino la produzione di nuove materie rinnovabili. “Le energie rinnovabili come volano per una nuova economia circolare” afferma Stefano Arvati “È questo il fondamento principale del nostro progetto. Per esempio, noi valorizziamo gli scarti del territorio (ramaglie e cippato dalla manutenzione forestale, scarti agroindustriali, scarti organici) e li trasformiamo in risorse per produrre energie rinnovabili e per dare nuova linfa economica al territorio stesso, alimentando nuove filiere produttive sostenibili grazie all’energia elettrica e termica prodotta; in questo modo creiamo valore ridistribuendolo a livello locale, attraverso nuovi posti di lavoro e il coinvolgimento del tessuto imprenditoriale esistente”. “Se la circolarità di questo modello” continua Arvati “rappresenta una concreta possibilità di rilancio per molti territori italiani, questo è ancora più vero nei Paesi in via di sviluppo. Grazie alle nostre iniziative, infatti, questi possono creare ricchezza a partire da una valorizzazione virtuosa di risorse interne, dando vita a filiere locali con ricadute occupazionali ed economiche importanti direttamente in loco. Stiamo lavorando in India, Congo e Colombia e in alcuni casi andremo a realizzare una rete elettrica dove prima non c’era e, proprio grazie a essa, favoriremo lo sviluppo dell’economia locale, implementando filiere altrimenti impossibili. Cito, per esempio, uno dei nostri progetti indiani che, valorizzando scarti agricoli, andrà a creare dal nulla una rete di elettrificazione rurale sostenuta dalle energie rinnovabili e, parallelamente, svilupperà impianti di trasformazione e di conservazione dei prodotti agricoli stessi, il tutto con tecnologia e know how italiani”.

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Energie rinnovabili, sviluppo, territorio e circolarità. Sono questi i temi che hanno animato l’intervento di Stefano Arvati, Presidente di Renovo, nell’ambito dell’VIII edizione del Forum QualEnergia, dedicato alla prossima conferenza sul clima di Parigi. Il forum ha preso il suo avvio da un confronto tra il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e Gianni Silvestrini, Direttore Scientifico di Qualenergia e Kyoto Club che hanno messo sul piatto una sfida fondamentale in vista della Conferenza di Parigi: la necessità di un netto cambio di passo nelle gestione delle politiche energetiche a livello globale. Il governo è stato poi invitato a rivalutare gli incentivi per il fotovoltaico, la cui interruzione ha causato un arresto di un settore innovativo che in questi anni ha contribuito alla riduzione delle importazioni di fonti fossili, del prezzo dell’energia elettrica e delle emissioni di gas serra.

Ma non si è parlato di solo fotovoltaico al Forum di Qualenergia. Il cambiamento energetico, infatti, rende necessario un mix di risorse rinnovabili che permetta di abbandonare totalmente le fossili. Per questo sono state coinvolte aziende di tutti i settori energetici green e, in questo contesto, è intervenuto Stefano Arvati, Presidente di Renovo, per presentare il modello della sua azienda: instaurare un’economia circolare che sviluppi il territorio a partire dalle sue stesse risorse. Renovo propone in Italia e all’estero progetti basati principalmente sulla valorizzazione delle biomasse (residui agroforestali, organici e agroidustriali) del territorio, producendo energia elettrica e utilizzando l’energia termica ai fini di un efficientamento energetico e di un’implementazione di filiere locali che sviluppino la produzione di nuove materie rinnovabili. “Le energie rinnovabili come volano per una nuova economia circolare” afferma Stefano Arvati “È questo il fondamento principale del nostro progetto. Per esempio, noi valorizziamo gli scarti del territorio (ramaglie e cippato dalla manutenzione forestale, scarti agroindustriali, scarti organici) e li trasformiamo in risorse per produrre energie rinnovabili e per dare nuova linfa economica al territorio stesso, alimentando nuove filiere produttive sostenibili grazie all’energia elettrica e termica prodotta; in questo modo creiamo valore ridistribuendolo a livello locale, attraverso nuovi posti di lavoro e il coinvolgimento del tessuto imprenditoriale esistente”.

“Se la circolarità di questo modello” continua Arvati “rappresenta una concreta possibilità di rilancio per molti territori italiani, questo è ancora più vero nei Paesi in via di sviluppo. Grazie alle nostre iniziative, infatti, questi possono creare ricchezza a partire da una valorizzazione virtuosa di risorse interne, dando vita a filiere locali con ricadute occupazionali ed economiche importanti direttamente in loco. Stiamo lavorando in India, Congo e Colombia e in alcuni casi andremo a realizzare una rete elettrica dove prima non c’era e, proprio grazie a essa, favoriremo lo sviluppo dell’economia locale, implementando filiere altrimenti impossibili. Cito, per esempio, uno dei nostri progetti indiani che, valorizzando scarti agricoli, andrà a creare dal nulla una rete di elettrificazione rurale sostenuta dalle energie rinnovabili e, parallelamente, svilupperà impianti di trasformazione e di conservazione dei prodotti agricoli stessi, il tutto con tecnologia e know how italiani”.