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A Pisa l’eco-ospedale: sarà riscaldato dal giacimento geotermico

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A 600 metri di profondità
Acqua alla temperatura di 50 °C. Sarà impiegata per il grande nosocomio di Cisanello

Fonte: Corriere dla Sera

Autore: Marco Gasperetti

PISA – A una profondità di seicento metri a est della città, c’è un grande giacimento geotermico di acqua a cinquanta gradi di temperatura. È stato individuato dopo una ricerca di Cnr ed Enel e adesso è al centro di un progetto unico nel suo genere in Italia. Sarà impiegato per riscaldare il grande ospedale di Cisanello, una delle strutture sanitarie più prestigiose d’Italia che entro l’anno raddoppierà la sua volumetria, e per dare energia ad alcune strutture universitarie che sorgeranno vicino all’ospedale. E per la prima volta saranno utilizzate nuove tecnologie che consentiranno di sfruttare il bacino senza alterarne la struttura e dunque provocare danni alla falda e allo stesso modo produrre energia pulita a emissioni zero.

DUE POZZI – «Il progetto prevede la perforazione di due pozzi», conferma Alessandro Sbrana, ordinario di geotermia all’Università di Pisa. «Il primo per l’estrazione, il secondo per l’immissione di nuova acqua. Un metodo che non crea squilibri ambientali e allo stesso tempo consente di utilizzare una grande risorsa energetica». Il giacimento geotermico dovrebbe estendersi per diversi chilometri quadrati (sono in corso studi e valutazioni) e il progetto prevede la realizzazione anche di un sistema di piscine di riabilitazione. «Si tratta, infatti, di acqua termale», continua il professor Sbrana, «che dunque può avere un doppio impiego: energetico e curativo». Il primo pozzo perforato è in grado di produrre 200 tonnellate di acqua termale ogni ora, una quantità ragguardevole secondo gli esperti. Secondo Fabio Roggiolani, presidente della commissione Sanità della Regione Toscana, il progetto di Pisa è al centro di un piano regionale per rendere energicamente ecologica l’intera sanità toscana. «Il progetto Cisanello si basa su un sistema completamente chiuso e dunque senza emissioni di anidride carbonica, inquinanti e vapore acqueo», spiega Roggiolani, «Può essere una rivoluzione per la conversione della geotermia tradizionale, che purtroppo inquina come sull’Amiata, nelle province di Grosseto e di Siena». Il sistema a ciclo chiuso è in funzione in più di trenta nazioni, ma non in Italia. La Regione sta lanciando un secondo progetto per costruire una centrale geotermica a ciclo completamente chiuso a Monterotondo, in provincia di Grosseto: produrrà energia elettrica senza inquinare.