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Geotermia: “Ue non dà sufficiente spazio alla geotermia”

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Senza un adeguato contributo dell’energia geotermica nel mix delle fonti rinnovabili, difficilmente si potrà raggiungere una quota significativa di energia “verde”.

Fonte: Zeroemission.tv

Autore: APCOM

A sostenerlo è l’European Geothermal Energy Council (EGEC)
che lamenta lo scarso spazio destinato alla geotermia nel programma di
finanziamenti delle tecnologie a basso contenuto di carbonio (SET-Plan)
in corso di elaborazione presso la Commissione Europea e di cui offre
un’anticipazione oggi Reuters. Secondo l’EGEC, che sostiene di aver
visionato la bozza, nel documento vengono citate praticamente tutte le
fonti rinnovabili eccetto la geotermia.

Perciò l’associazione che rappresenta il settore in Europa manifesta “stupore e disappunto
per questa incomprensibile scelta, che contrasta con tutte le
dichiarazioni dell’Unione circa la necessità di aumentare la sicurezza
e la competitività dell’approvvigionamento energetico europeo”.

Eppure, sottolinea l’EGEC, uno dei grandi vantaggi della geotermia è la disponibilità della risorsa 24 ore al giorno, tutti i giorni,
con possibilità di immettere energia in rete per il 100 per cento del
tempo, cosa che rappresenta il miglior rapporto di disponibilità tra
tutte le fonti energetiche, comprese quelle convenzionali.
Inoltre, come dimostrato dall’esperienza di decenni in numerosi siti – prosegue EGEC – il calore del sottosuolo può essere convertito in energia elettrica ad un prezzo molto competitivo (5 centesimi di euro per kWh).
Attualmente nel mondo è installata una potenza geotermoelettrica di
10mila MW, che dovrebbe raddoppiare a 20mila MW nei prossimi 7 anni.
Ma
– precisa EGEC – le risorse sfruttabili sono ben lungi dall’essere
pienamente sviluppate in Europa, in particolare in relazione al fatto
che due innovative tecnologie geotermiche (i cosiddetti EGS – Enhanced Geothermal Systems
e i nuovi impianti a ciclo binario) consentiranno di estendere a vaste
aree europee la possibilità di sfruttare risorse geotermiche profonde e
di utilizzare per la generazione elettrica anche acque termali con
temperature di 80-100 °C, cosa impensabile fono a pochissimi anni fa.
A titolo di esempio EGEC cita il prototipo di ricerca inaugurato i primi di settembre a Simbach-Braunau (Austria) dove l’italiana Turboden
ha realizzato un ciclo binario di tipo ORC (Organic Rankine Cycle)
della potenza di 250 kW elettrici, che sfrutta fluidi geotermici a 80
gradi centigradi. Un record a livello mondiale che dalle primissime
valutazioni sembra garantire affidabilità di funzionamento e nessun
impatto ambientale.