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Alta Valmarecchia, si punta all’idroelettrico: rinascono oltre 120 mulini dismessi

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Sabato mattina in sala Mimosa in occasione di Ecomondo, la Provincia di Rimini ha presentato i risultati finale del progetto europeo “Terre” finalizzato al sostegno delle economie locali attraverso la valorizzazione delle risorse energetiche nelle zone rurali.

Fonte: Rimiti Today

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Durante l’incontro è stata presentata la mappatura delle potenzialità energetiche dell’Alta Valmarecchia, gli esiti del processo partecipato che ha coinvolto oltre 60 stakeholder del territorio.
Sabato mattina in sala Mimosa in occasione di Ecomondo, la Provincia di Rimini ha presentato i risultati finale del progetto europeo “Terre” finalizzato al sostegno delle economie locali attraverso la valorizzazione delle risorse energetiche nelle zone rurali. Nello specifico, per quanto riguarda il territorio della Provincia di Rimini, il progetto ha preso in esame l’area dell’Alta Valmarecchia. Durante l’incontro è stata presentata la mappatura delle potenzialità energetiche dell’Alta Valmarecchia, gli esiti del processo partecipato che ha coinvolto oltre 60 stakeholder del territorio.
All’incontro hanno partecipato Carlo Casadei, Dirigente del servizio politiche ambientali ed energia della Provincia di Rimini, Filippo Loiodice di Ambiente Italia, Iolanda Romano, di Avventura Urbana e Giancamillo Marino di Nomisma Energia. La ricerca ha seguito due percorsi: le interviste agli attori più significativi del territorio rispetto al tema della produzione di energia e il coinvolgimento attivo attraverso workshop tematici. Gli ambiti esplorati nel corso dell’approfondimento hanno riguardato l’energia idroelettrica, quella a biomasse e infine quella eolica in impianti di dimensioni ridotte.
Indubbiamente l’ambito che ha suscitato maggior interesse anche perché si tratta di quello maggiormente perseguibile è stato quello dell’energia idroelettrica che riscontrato da parte del territorio un interesse verso lo sviluppo del mini-idroelettrico attraverso impianti realizzati all’interno della rete acquedottistica esistente di potenza maggiore di 50 kW. L’analisi ha evidenziato che in Alta Valmarecchia le potenzialità ci sono, soprattutto tenendo conto ciò che già il territorio offre come per esempio una rete di 120 vecchi mulini utilizzati fino a tempo addietro per scopi vari anche in tempo di guerra per produrre polvere da sparo e che invece possono essere riconvertiti.
Per quanto riguarda invece lo sviluppo di impianti per la produzione di energia da biomasse, si registrano invece diverse complessità, alcune di queste legate all’accettabilità di questo tipo di impianti da parte delle popolazioni residenti. L’idea condivisa emersa è quella di favorire la creazione di una filiera del legno e la valorizzazione degli scarti del settore agro-forestale, risorse già disponibili in Alta Valmarecchia.
Creare una filiera certificata del legno per la valorizzazione del verde, permetterebbe la creazione di posti di lavoro e la manutenzione delle aree boschive, nonché delle aree ripariali dei corsi d’acqua attraverso il recupero di ramaglie. Questa soluzione, sebbene non sia la migliore sotto il profilo della resa economica, avrebbe tuttavia un impatto positivo sull’economia locale.
E’ stato proposto comunque da più parti la realizzazione di impianti a biomasse di tipo cogenerativo, localizzati nei centri abitati, di piccole dimensioni (50-100 kW) e di proprietà pubblica, in modo da riuscire a fornire energia termica, ad esempio, per il riscaldamento, tra gli altri, di edifici pubblici e/o privati. Attualmente le risorse provenienti dalle aree boschive sono poco sfruttate e generalmente mal gestite, sebbene rappresentino un elemento cardine del territorio.
Pochi lo sanno ma nella Provincia di Rimini è presente anche un impianto eolico situato proprio in Alta Valmarecchia, a Casteldelci.
Si tratta comunque di una rarità visto che la realtà vede limitate possibilità di sviluppo di questa fonte in Emilia-Romagna. Sulla base delle indagini sul territorio può essere infatti valutata attualmente solo la possibilità di realizzare micro impianti eolici con una capacità inferiore ai 60 kW. In questo caso l’energia prodotta sarebbe destinata in parte all’autoconsumo di chi realizza l’impianto, in parte alla cessione in rete.