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Violenza di genere, la Regione: “Impegno a tutto campo per contrastare il fenomeno”

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E’ stato presentato oggi pomeriggio a Sant’Apollonia l’ottavo Rapporto sulla Violenza di Genere in Toscana.

Fonte: Toscana-Notizie

Autore: Lorenza Pampaloni

In apertura sono intervenute la vicepresidente Monica Barni con delega anche alle pari opportunità e l’assessore a diritto alla salute, sociale e sport Stefania Saccardi. Entrambe hanno sottolineato l’importanza – anche alla luce della sua quasi unicità nel panorama nazionale – di un appuntamento che "la Regione ha voluto mantenere, nella consapevolezza dell’importanza  di disporre di dati ed informazioni necessari per poter costruire e programmare, su dati di realtà, azioni di governo coerenti ed efficaci. Un rapporto costruito su informazioni provenienti da banche dati diverse, che dunque rappresenta anche un tentativo di integrazione tra i servizi, contribuendo ad una maggiore conoscenza del fenomeno della violenza di genere, oltre che a mantenere alta l’attenzione degli operatori e della popolazione tutta. E questo influenza positivamente il numero di segnalazioni da parte delle vittime".

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Per Barni "il rafforzamento dei nodi delle reti territoriali per la prevenzione ed il contrasto alla violenza di genere è stato ed è tuttora una delle priorità dell’azione della nostra Regione, che ha destinato al sostegno delle reti i finanziamenti provenienti dal livello centrale dopo l’approvazione della legge 119/2013. Finanziamenti che tuttavia non hanno ancora raggiunto continuità e stabilità e che abbiamo recentemente integrato con risorse regionali, per dare respiro e continuità a centri antiviolenza e azioni che sul territorio hanno continuato ad essere presenti e svilupparsi. Ci auguriamo che possano al più presto arrivare le risorse relative al biennio 2015/2016 nonché i fondi previsti dal Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere. Nel frattempo abbiamo istituito un Comitato Regionale di Coordinamento, cabina di regia in cui sono e saranno rappresentate tutte le diverse componenti istituzionali, a partire da tre assessore della giunta regionale, e le varie associazioni di donne e del volonatriato per contrastare in modo integrato e trasversale questo complesso e sfaccettato fenomeno".

Tra le altre azioni regionali la vicepresidente Barni ha ricordato – oltre agli interventi da tempo in atto nelle scuole per creare un clima di rispetto tra i sessi e più in generale verso le diversità – l’accordo da poco sottoscritto con l’Ufficio Scolastico Regionale per attuare a livello sperimentale il comma 16 della "Buona Scuola", che prevede l’educazione al rispetto delle differenze: con una parte delle risorse stanziate per l’anno 2016, verranno formati docenti e personale ATA, in modo da dare anche a questo intervento un carattere sempre più di sistema.

L’assessore Saccardi ha insistito sulla necessità di radicare una cultura diversa, di rispetto dell’altro. "Le politiche contro la violenza di genere non servono solo ad aumentare il rispetto delle donne ma hanno una valenza più vasta, contribuiscono ad aumentare la qualità dei rapporti". Tra i servizi sul territorio Saccardi ha posto l’attenzione sull’esperienza del Codice Rosa, che da esperienza nata nell’azienda sanitaria di Grosseto è diventata un’eccellenza toscana, poi patrimonio di tutto il Paese. "Il Codice rosa nei pronto soccorso è riuscito a dare una risposta articolata – ha detto Saccardi –  mettendo in azione operatori preparati e motivati, capaci di riconoscere e assistere, in un ambiente accogliente e comprensivo, le vittime di violenza, con sinergia tra personale sanitario, Forze dell’ordine, Procure della Repubblica, Centri Antiviolenza".

In Toscana, dove è presente in tutti i pronto soccorso, il Codice Rosa è riuscito a far emergere tanti casi di violenza che altrimenti sarebbero rimasti sommersi. "Ma ora – ancora Saccardi – stiamo andando avanti, introducendo oltre all’aspetto sanitario quello sociale, per farlo diventare sempre di più un percorso di tipo integrato che completi l’accoglienza immediata con la fase successiva di accompagnamento dentro la società nel momento in cui le donne decidono di interrompere il ciclo della violenza. Per questo vogliamo costruire una vera e propria Rete Regionale Codice Rosa, un passaggio delicato ma doveroso che richiede una forte assunzione di responsabilità. Nè vanno dimenticati i maltrattanti, che debbono sì trovare la giusta punizione, ma anche essere supportati e "rieducati" in modo da poter evitare drammatiche recidive e soprattutto affinché possano esercitare correttamente un eventuale ruolo genitoriale. Il mio appello è a non rassegnarsi di fronte a reati che avvengono dentro le relazioni familiari e di affetto, che dovrebbero essere luogo di accoglienza e rifugio, primo nucleo di solidarietà".

Oltre a rivolgere un appello ai media perché prestino maggiore attenzione al linguaggio, Barni ha annunciato inoltre un lavoro dei revisione sulla legge "pionieristica" del 2007, che va adeguata, perché sia efficace, ai tanti mutamenti che si sono verificati, nonché alle buone prassi e alle nuove esigenze  emerse in questi anni. "Infine – ha concluso la vicepresidente – una parte delle risorse regionali verrà destinata alla realizzazione di una campagna di comunicazione e sensibilizzazione, per aumentare la consapevolezza delle vittime e la conoscenza delle possibilità esistenti di rivolgersi ai servizi per poter chiedere aiuto. Una campagna per la quale la Regione chiede il supporto di tutti, perché se ciascuno veicola il messaggio tramite i propri canali, si riuscirà a raggiungere un numero di persone davvero importante".