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Vigor: la prima fase del programma è in dirittura d’arrivo

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Presentato a Bari l’avanzamento del progetto, nato un anno fa dall’intesa tra Cnr e Ministero dello Sviluppo economico, che prevede la mappatura delle arre passibili di sfruttamento geotermico nelle regioni del Mezzogiorno

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Si è tenuto nei giorni scorsi a Bari il seminario “Geotermia: la nuova frontiera delle energie rinnovabili”, organizzato da Fiera del Levante e Promem Sud Est, nell’ambito della “V Giornata dell’Energia Pulita”.

In quel contesto è stata presentata la fase di avanzamento del progetto Vigor, nato un anno fa dall’intesa tra Cnr e Ministero dello Sviluppo economico DTA nell’ambito del POI “Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico 2007/2013”. Il progetto è stato finanziato con otto milioni di euro di fondi europei ed è finalizzato all’individuazione e realizzazione di interventi per ampliare il potenziale sfruttabile di energia geotermica sul territorio delle Regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, che fanno parte dell’obiettivo Convergenza. 

Il coordinamento scientifico è curato da Adele Manzella dell’istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR di Pisa.

La prima fase del programma che prevedeva di mappare le aree passibili di sfruttamento geotermico, propedeutica per avviare l’eventuale sfruttamento del calore geotermico del sottosuolo è, infatti, in dirittura d’arrivo secondo quanto sostengono dal Poi energia .

«Il prossimo passo – ha spiegato Luca Limongelli, Autorità di gestione pro-tempore del Poi – è entrare nel vivo della fase attuativa con i bandi regionali. Lo studio propedeutico serve proprio ad ottimizzare lo sfruttamento del suolo».

La durata del progetto era prevista in 24 mesi con l’obiettivo di produrre tutti gli elementi di conoscenza necessari, compresa la fattibilità tecnica ed economica, per effettuare, eventualmente, progetti esecutivi di utilizzo delle risorse geotermiche per produrre energia elettrica, condizionamento di ambienti e nell’ambito di altre utilizzazioni in campo industriale, agroalimentare e termale-turistico.

«La geotermia è dappertutto – ha spiegato Adele Manzella, coordinatrice del Progetto Vigor – e utilizzarla in un modo piuttosto che in un altro è una questione puramente economica. Il progetto serve proprio come base d’azione per lo sviluppo sul territorio dell’impiantistica. L’analisi di alcuni casi tipo di impianti geotermici a livello internazionale servirà a completare il quadro di riferimento».

Lo sfruttamento dell’energia geotermica permette l’utilizzo del calore del sottosuolo in maniera diretta (come energia termica) oppure convertita in energia elettrica e presenta il vantaggio di essere praticamente ubiquitaria, oltre ad essere stabile nel tempo e a non produrre emissioni di CO2.

Ma le valutazioni del potenziale a disposizione attualmente sono  disomogenee in relazione ai territori, non sistematizzate in un’unica base dati ed,  inoltre, non aggiornate in relazione ai progressi della tecnologia.

L’obiettivo di Vigor è di sistematizzare questi dati partendo dalla caratterizzazione fatta in occasione dell’ultimo inventario delle risorse geotermiche a cura del CNR (fine degli anni ’80) e di aggiornarli anche alla luce delle nuove tecnologie disponibili per produrre una valutazione della risorsa geotermica che consenta un effettivo  apprezzamento del suo potenziale di sfruttamento.

«Le potenzialità dell’energia geotermica sono diverse –ha sottolineato Giuseppe Angelini, responsabile area Autorità Ambientale della Regione Puglia- dalla climatizzazione agli usi diretti del calore per generare energia. Per questo si può parlare di fonte altamente sfruttabile».

«La Puglia è un territorio caldo –ha aggiunto Francesco Sciannameo, dirigente Servizio attività estrattive con delega alla geotermia, della Regione Puglia– per questo è un buon bacino di utilizzo del calore».

Dalla prima fase dello studio emerge, infatti, che in Puglia esistono diverse aree in cui la risorsa geotermica è presente in maniera utile ad essere sfruttata in termini energetici: le zone maggiormente interessate sono quella barese e quella di Santa Cesarea Terme, in Provincia di Lecce.