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Via col vento (pugliese)

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Il Consiglio di Stato sblocca nove parchi eolici per oltre 500 MW

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

Secondo il Consiglio di Stato la bocciatura da parte della Regione Puglia dei progetti di parchi eolici, presentati da cinque diversi operatori, è illegittima. I giudici di secondo grado hanno infatti accolto i ricorsi contro le precedenti decisioni del TAR pugliese di E.ON Climate & Renewables Italia (due progetti da 92,5 e 32,5 MW), Ncd Divisione Eolica (tre progetti da 90, 132 e 33 MW), Repano Wind (40 MW), Edp Renewables (64 MW con possibile riduzione a 18 MW) e Wind Energy Project (due progetti da 18 e 12 MW) .

La motivazione è simile per tutte le istanze, ossia il diniego di autorizzazione unica basata su due pareri acquisiti dalle Sovrintendenze per i beni architettonici e paesaggistici e dell’Ufficio Parchi della Regione Puglia. Secondo i giudici amministrativi tali pareri sono non solo nulli in quanto acquisiti al di fuori della Conferenza dei servizi, ma anche non in “dissenso radicale e insuperabile” nei confronti dei progetti in questione, come invece dedotto dalla Regione. In sintesi, quest’ultima avrebbe dovuto almeno riconvocare la Conferenza dei servizi e, in caso di mancato accordo, rimettere la questione alla Presidenza del Consiglio. I giudici hanno quindi annullato il diniego di autorizzazione unica nonché i provvedimenti conclusivi di Via.

Secondo il rapporto “L’assurdo stop all’eolico offshore in Italia” di Legambiente, oltre a quelli pugliesi, sono pendenti ed in attesa di giudizio ancora tre progetti in Sardegna (Cagliari, Porto Torres, Oristano), tre in Toscana (Pisa, Vecchiano, San Giuliano), cinque in Sicilia (Petrosino, Mazara del Vallo, Pantelleria, Gela, Butera), uno in Molise (Termoli) ed in Emilia Romagna (Rimini). L’associazione ambientalista ha sempre espresso forti dubbi sulla presa di posizione della Soprintendenza in merito al parco eolico di fronte all’Ilva di Taranto, il cui parere evidenzia «la significativa alterazione del paesaggio, mortificando la visione del mare e dall’orizzonte marino dai complessi monumentali presenti nell’area industriale e dall’insediamento residenziale di Lido Azzurro». Per Legambiente “Valutazioni estetiche hanno spinto Soprintendenza e Regione a dire di no e il Comune di Taranto a fare ricorso contro un impianto che, proprio perché posizionato di fronte al porto industriale, è invisibile dal centro storico o da altri punti paesaggistici particolari, e non interessa aree Sic o Zps”.