Fate un segno sulla mappa: Gabolana, comune di Vaiano. La rivoluzione energetica toscana parte da qui. Dal polo produttivo di questa vallata del Bisenzio: trasformare i capannoni industriali da consumatori a produttori di energia rinnovabile con un mix di mini impianti idroelettrici, fotovoltaico e impianto a biomasse. Scommettere il futuro nell´autosufficienza energetica grazie all´aggregazione tra imprese che condividono lo stesso territorio. E grazie ad un patto tra pubblico e privato.
E´ il prototipo Gabolana, il progetto «Fabbriche di energia» ormai pronto a scattare dopo l´estate. Un prototipo con un ingranaggio decisivo. Quello dell´unione, del gruppo: 20 fabbriche del tessile associate in un Consorzio, l´Unione industriale pratese partner del progetto, e altre 24 imprese riunite nel Consorzio forestale Valbisenzio, Comune di Vaiano e Provincia di Prato. Un totale di 17 milioni di euro d´investimento che prevedono solo una piccola quota pubblica: 1,5 milioni di euro dalla Regione, il resto finanziato dalle banche.
Si parte da Gabolana, si progetta già il raddoppio a Montemurlo. Ma si guarda già oltre, nella convinzione che produrre energia alternativa rende il territorio più competitivo. E traccia così una strada del tutto nuova, come dice l´assessore provinciale pratese allo sviluppo economico Edoardo Nesi, «per il rilancio di tutto il distretto tessile».
Si parte da Gabolana, si progetta già il raddoppio a Montemurlo. Ma si guarda già oltre, nella convinzione che produrre energia alternativa rende il territorio più competitivo. E traccia così una strada del tutto nuova, come dice l´assessore provinciale pratese allo sviluppo economico Edoardo Nesi, «per il rilancio di tutto il distretto tessile».
Il progetto prevede di sfruttare gli «scalini» naturali dell´alveo del Bisenzio, di aggiungere subito 3 impianti idroelettrici ai 3 già esistenti. E di arrivare nel giro di due anni ad un totale di 24 piccole turbine di diversa tecnologia, per arrivare a regime ad una produzione annua di energia elettrica pari oltre 1 milione e 700mila kwhe (kilowatt elettrico). Il progetto prevede anche l´installazione di pannelli fotovoltaici sull´80per cento dei tetti dei capannoni e produrre così 2 milioni e 700mila kwhe. Prevede poi la realizzazione di un impianto a biomasse con l´obiettivo di utilizzare gli scarti dell´attività di manutenzione dei boschi circostanti: la produzione annua attesa è pari a quasi 7 milioni e 900mila kwhe.
Siccome il fabbisogno per il polo di Gabolana è stimato in 8 milioni e 400mila, con la dotazione di questi impianti di energia rinnovabile nella vallata si avrebbe addirittura un esubero di oltre il 30 per cento. Ovvero, uno sbilancio positivo di energia elettrica. Mentre si avrebbe una produzione di energia termica pari a circa il 24 per cento delle necessità. Un risparmio annuo per il Consorzio delle imprese calcolato nelle schede del progetto in oltre 200mila euro.
In 5 anni di attività si stima che i costi saranno interamente recuperati. Ma l´investimento complessivo di 17 milioni di euro, secondo i promotori, non può essere misurato solo sulle cifre aritmetiche del fabbisogno energetico. Gli 8 milioni e passa per il fotovoltaico, gli oltre 6 per l´impianto a biomasse e i 2,4 milioni per le centraline idroelettriche avranno ricadute significative anche sul piano occupazionale: nella fase di realizzazione degli impianti è previsto l´impiego di 180 persone, mentre a regime dovrebbero essere assunte 16 persone a tempo pieno.
Mentre per l´indotto dell´impianto a biomasse si prevedono altri 10-12 posti di lavoro per la raccolta e il conferimento della legna necessaria al funzionamento dell´impianto. «La fase matura delle tecnologie per le rinnovabili coincide purtroppo con una crisi economica che toglie spazio al futuro delle aziende, ma la produzione di energia può costituire un sostegno alle attività economiche», si legge nelle ultime pagine del progetto.