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Vertenza Smith, a fine mese scade la cassa integrazione

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Otto lavoratori rischiano di finire in mobilità senza un adeguato “paracadute”. Il sindaco di Pomarance lancia un appello: «Dobbiamo trovare una soluzione»

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Cecina – Rosignano

Autore: Andreas Quirici

Salvate gli otto dipendenti della Smith Bits. È l’appello lanciato dal sindaco di Pomarance, Loris Martignoni, rispetto a un problema impellente che riguarda l’azienda di Saline, a un anno dalla storica vertenza che ha lasciato 78 dipendenti in fabbrica (diventati poi 77 per l’uscita volontaria di un lavoratore), mandandone a casa 114 (in mobilità e con una buonuscita). In otto, però, sono rimasti nella "terra di mezzo": cassa integrazione per un anno vissuta con la speranza che le cose migliorassero. Così non è stato e alla fine di luglio l’ammortizzatore sociale scadrà spalancando loro le porte della mobilità. «Si tratta di otto lavoratori, di cui la metà portatori di handicap, che hanno avuto fiducia nell’azienda, ma che stanno per ritrovarsi senza prospettive se non quella della mobilità – dice Martignoni – Presto ci dovrebbero essere incontri tra la dirigenza della Smith, i sindacati e l’Unione Industriale Pisana. Le amministrazioni comunali non faranno parte della discussione, sia noi che i nostri colleghi di Volterra siamo a disposizione per trovare una soluzione». Il problema maggiore sembra essere quello della buonuscita e di un ammortizzatore diverso dalla mobilità che garantiscano un paracadute più sicuro, ma soprattutto duraturo per questi lavoratori. Ipotesi che al momento l’azienda non ha intenzione di prendere in considerazione. Martignoni non commenta e non entra in questo ambito. «So soltanto che la scadenza si avvicina e che più il tempo scorre meno possibilità ci saranno per individuare un percorso che sia in grado di dare a questi otto lavoratori l’opportunità di vivere dignitosamente per qualche anno, dopo aver riposto inutilmente fiducia nella Smith Bits – dice il sindaco – visto che il mercato delle perforazioni petrolifere non ha offerto sviluppi positivi, nonostante le speranza e le previsioni di un anno fa». Gli otto lavoratori, in questi mesi, hanno seguito corsi di formazione e la speranza è quella che possano essere ricollocazione in altri ambiti lavorativi. Certo è che il sindacato, in questo senso, dovrà avere un ruolo fondamentale con l’obiettivo d’individuare una strada concreta per il futuro degli otto della "terra di mezzo". Ma che rischiano seriamente di rimanerci impantanati per molto tempo.