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Vento, sole, gas, vapore la grande corsa all’energia

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In campo centinaia di milioni di euro per ricavare elettricità da fonti pulite. Ma il vero tesoro è la geotermia: centinaia di milioni di euro di investimenti e lavoro per 2mila persone

Fonte: Il Tirreno Online

Autore: Stefano Bartoli

 L’ultima realizzazione sembra tratta pari pari da un film di fantascienza in chiave ecologista: un impianto, il primo realizzato a livello mondiale, che integra la geotermia e la biomassa: in estrema sintesi, una piccola struttura alimentata appunto da combustibile di origine forestale che sarà utilizzata per scaldare il vapore geotermico con lo scopo di aumentare efficienza e quindi la produzione elettrica della centrale di Enel Green Power Cornia 2, installata a Castelnuovo Val di Cecina. Il tutto con un impatto ambientale vicino allo zero, l’utilizzo contemporaneo di due fonti rinnovabili e la conseguente apertura di nuovi scenari a livello internazionale. Insomma, un piccolo gioiello tecnologico che si inquadra in un momento di grande vitalità del mondo delle energie “pulite” con al centro la Toscana e in ballo cifre da capogiro: oltre 670 milioni di euro investiti nella geotermia solo da Enel da ora fino al 2018 e, compatibilmente con gli sviluppi possibili, altri 700 milioni dal 2019 al 2023. Ma il vapore che arriva dal sottosuolo non è l’unica risorsa perché, nonostante uno stop legato alla diminuzione degli incentivi e ad una inevitabile saturazione del mercato, molto si sta facendo anche nel campo del fotovoltaico e dell’eolico, senza dimenticare il lavoro nel campo dell’efficienza energetica. Più complessa invece la situazione che riguarda il gas, con la cancellazione del progetto che, via Sardegna, avrebbe dovuto collegare l’isola d’Elba e Piombino, e il rigassificatore Olt costruito ed in piena efficienza a largo delle coste livornesi, ma usato solo come struttura strategica in caso di necessità supplementari.
Un tesoro nel sottosuolo. Dunque, i dirigenti di Enel Green Power, interpellati dal Tirreno, lo ribadiscono: nella regione il loro principale filone di sviluppo è appunto la geotermia, settore in cui la società è leader mondiale visto che gestisce 33 impianti tra le province di Pisa, Siena e Grosseto nei territori di Larderello, Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Radicondoli, Chiusdino, Piancastagnaio, Santa Fiora d Arcidosso. La geotermia produce 5,3 miliardi di Kwh annui e copre quasi il 27% del fabbisogno geotermico toscano. In questo momento occupa oltre 600 addetti diretti e più di mille nell’indotto, tra aziende locali di meccanica, automazione, servizi, carpenteria e così via. «Il know how – sottolineano da Enel – è tutto in Toscana tra Larderello, Pisa e i territori geotermici e quindi anche l’occupazione ricade qui. Tra i principali investimenti in corso, ci sono quelli della nuova centrale Bagnore 4 sull’Amiata, con 40 Megawatt, per una spesa di 123 milioni di euro e 310 milioni di chilowattora annui, equivalenti a 70mila tonnellate annue di petrolio». L’altro è proprio l’impianto geotermia/biomassa di cui si parlava prima, situato a Castelnuovo Val di Cecina: entrambi rientrano nel piano che dal 2014 al 2018 vedrà Enel Green Power investire nella regione 670 milioni di euro, mentre altrettanti investimenti (oltre 700 milioni) sarebbero previsti dal 2019 al 2023.

 Dal sole al vento. E parliamo delle due “rinnovabili” per eccellenza, intorno alle quali non sono mancate comunque le contestazioni e la nascita di parecchi comitati di protesta. Se il fotovoltaico ha subito una battura d’arresto perché non ci sono più gli incentivi iniziali, va anche detto che la crescita dal 2009 ad oggi è stata, come dicono gli esperti, impetuosa: ancora secondo i dati dell’Enel, sono stati infatti circa 740 i Mw di nuova potenza allacciati alla rete di media e bassa tensione. Per quanto riguarda invece l’eolico, attualmente in Toscana sono in funzione impianti per oltre 70 Mw di potenza, e questo nonostante i problemi di impatto con il contesto paesaggistico. Comunque, come sottolinea Alì Rahimian, ingegnere dell’European Wind Farm, l’azienda danese che per prima ha investito su questo tipo di energia in Toscana, «il progetto iniziale era quello di impiegare nella regione, insieme all’Agsm, società del Comune di Verona, qualcosa come 240 milioni di euro. Purtroppo, siamo riusciti a realizzare solo quelli di Chianni (7 Mw), di Firenzuola, nell’alto Mugello (17 Mw), e di Riparbella (20 Mw). L’idea era quella di arrivare ad un totale di 170 Mw, ma abbiamo subito un cambio delle regole applicato in modo retroattivo, con la cancellazione degli incentivi. Insomma, gli investitori si sono spaventati e ci siamo dovuti fermare: potremmo ripensarci solo di fronte ad una pianificazione seria e convincente».
C’è anche il gas. Da non dimenticare, tra le energie pulite, quella prodotta grazie al gas. Saltato il sogno del gasdotto Galsi che dall’Algeria avrebbe dovuto usare l’Elba e poi Piombino come punti di approdo, un ruolo strategico è adesso affidato al rigassificatore ancorato in permanenza a 22 chilometri dalla costa livornese. Si tratta di un impianto all’avanguardia che, dal momento della sua progettazione fino all’entrata in esercizio, non ha mancato di suscitare proteste e perplessità. «Oggi l’impianto – spiegano dalla società Olt Offshore Lng Toscana che lo gestisce – svolge un ruolo strategico nell’ambito della sicurezza degli approvvigionamenti nel nostro paese: il terminale è stati riconosciuto come un’infrastruttura essenziale e indispensabile per la sicurezza del sistema nazionale del gas da parte del ministero dello Sviluppo economico». In sostanza, non riceve navi con regolarità, ma è pronto, in caso di necessità, ad immettere dieci milioni di metri cubi di gas al giorno nella rete nazionale».
Le nuove frontiere. Ma non mancano neanche delle vere e proprie sperimentazioni i cui risultati sembrano davvero promettenti. Enel Green Power, in collaborazione con 40South Energy , ha inventato ad esempio la R115 ovvero la prima macchina marina al mondo che produce energia dalle onde del mare. E non si tratta solo di teoria, perché i primi prototipi sono stati installati proprio sulla costa toscana, a Marina di Pisa e a Punta Righini, a Castiglioncello. La R115 lavora sotto la superficie marina, caratteristica che la rende sicura in caso di cattive condizioni meteo e non comporta alcuna alterazione al panorama naturale.