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Valutazione di impatto ambientale, il decreto Competitività rischia di bloccare l’Italia

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Con l’entrata in vigore del decreto Competitività, anche al più piccolo degli impianti, ad esempio un 3 kW fotovoltaico su tetto, può essere chiesta la Via, che allunga di mesi i tempi e spesso costa più del progetto. Una situazione che rischia di paralizzare non solo il mondo delle rinnovabili e che si spera si risolva presto con il nuovo decreto in arrivo

Fonte: QualEnergia.it

Autore: Giulio Meneghello

Una notizia letta sui giornali ieri ha messo in allarme molti. Riguarda un impianto di minieolico sardo ma mette in evidenza una novità normativa che potrebbe avere impatti su molti altri progetti, anche piccolissimi e anche al di fuori del mondo rinnovabili, costringendoli a dover affrontare laValutazione di impatto ambientale o Via, una procedura autorizzativa laboriosa, lunga e che in certi casi può essere addirittura più costosa della stessa opera da autorizzare. C’è in fatti una situazione di vuoto normativo temporaneo nella quale anche per montare un pannello solare sul tetto di casa o per installare un comignolo che scarichi i vapori si può essere costretti ad affrontare una Via.
Il primo effetto della nuova norma a fare notizia si è verificato a Villanovaforru in Sardegna, dove riporta l’Unione Sarda di ieri – è stato sequestrato un impianto minieolico da 60 kW appunto perché realizzato senza Via. Come sappiamo per impianti così piccoli la Via finora non era richiesta: tutto è cambiato con l’entrata in vigore del decreto Competitività (non dello Sblocca Italia come erroneamente riportato dal quotidiano sardo e da alcune agenzie).
Come si spiega anche nell’avviso diffuso dall’Assessorato Difesa Ambiente della Regione Sardegna (allegato in basso), infatti, l’entrata in vigore del decreto Competitività (legge 116/2014 di conversione, con modificazioni, del D.L. 91/2014) ha modificato (con l’art. 15 , comma 1, lettera c) la disciplina in materia di valutazione di impatto ambientale, introducendo alcuni emendamenti alle disposizioni di cui al Decreto legislativo 152/2006 parte II, Titolo III.
In particolare, sono state temporaneamente soppresse le soglie dimensionali da applicarsi per l’assoggettamento alla procedura di Via dei progetti elencati nell’allegato IV del D.Lgs. 152/06 (modificato da vari interventi normativi). Tradotto in parole semplici: se prima gli impianti più piccoli, ad esempio quelli a rinnovabili sotto al MW, quelli eolici sotto ai 60 kW e quelli idroelettrici sotto a i 100 kW erano esonerati dalla verifica di assoggettabilità alla Via, ora non lo sono più.
Una modifica introdotta nel decreto Competitività a seguito di una procedura di infrazione UE: era infatti risultato in contrasto con la normativa europea, in particolare con la direttiva 92 del 2011, il fatto che la taglia di un impianto fosse l’unica discriminante in base alla quale si decideva la procedura autorizzativa.
Il decreto Competitività dunque stralcia le soglie dimensionali contestate dall’Europa e rimanda ad un altro decreto, ancora da emanare, in cui si stabiliranno nuovi criteri, che non siano meramente basati sulla taglia, per individuare i progetti che devono essere sottoposti a verifica di assoggettabilità alla Via.
La situazione attuale di vuoto normativo dunque è temporanea: vale solo in attesa che arrivi il nuovo decreto, decreto che è in fase di stesura che fonti sentite da QualEnergia.it prevedono sarà approvato entro metà dicembre. Dunque tutta questa confusione dovrebbe essere sanata entro la fine dell’anno con le nuove linee guida che, riporta chi ha potuto vederne le bozze, andrebbero in una direzione di maggior apertura e semplificazione.
Stando alla bozza del nuovo decreto in circolazione, infatti, accanto alle soglie dimensionali, alle quali le Regioni potranno applicare riduzioni da 20 al 50%, ci saranno una serie di criteri sulla base dei quali si deciderà quando un impianto dovrà essere sottoposto a Via. Ad esempio potrà dover affrontare la Via comunque se sorge in una zona a forte intensità (> 500 abitanti/kmq), in una zona a protezione speciale o di interesse storico o se è vicino ad altri impianti: una deroga quest’ultima, scritta evidentemente con l’intenzione di affrontare il problema del frazionamento, quello cioè ad esempio dei parchi eolici fatti da decine di turbine sotto ai 60kW, ciascuna (finora) esente da assoggettabilità a Via.
Insomma, tutto dovrebbe presto essere risolto dalle nuove norme, sperando che arrivino presto. Nel transitorio però il decreto Competitività dispone che le Regioni valutino caso per caso, disposizioni che alcune come Sardegna e Abruzzo hanno appunto interpretato nel senso di richiedere a tutti la Via, creando una situazione che potrebbe paralizzare centinaia e centinaia di progetti anche piccolissimi, che ha portato al sequestro della piccola turbina sarada e che sta allarmando le associazioni delle rinnovabili.
"La legislazione precedente commenta a QualEnergia.it Alessandro Visalli del Comitato FREE r era effettivamente incongruente essendo la dimensione di un impianto l’unico criterio che imponeva la verifica di assoggettabilità alla Via: si pensi ad esempio che in quel modo un piccolo impianto idroelettrico realizzato in un torrente poteva essere esonerato dalla Via a prescindere, mentre uno di taglia maggiore in una condotta forzata poteva dover affrontare la verifica. Ma ora il vuoto normativo che si è creato rischia di paralizzare l’Italia e non solo il settore delle rinnovabili. Anche per montare un piccolo impianto fotovoltaico su tetto ora può infatti essere richiesta la Via, molto più costosa dell’impianto stesso e che ruba circa 9 mesi di tempo a qualsiasi progetto e vi potranno essere soggetti anche lavori che riguardano le piccole aziende, come installare un camino per i vapori o una piccola conduttura per il gas".
"L’interpretazione data da Sardegna e Abruzzo è incomprensibile rincara Carlo Buonfrate del CPEM, il consorzio dei produttori da minieolico anche perché c’è stata una conferenza Stato-Regioni in cui si è parlato del tema e le Regioni stanno collaborando alla stesura del nuo. Anche per mettere una girandola sul balcone, secondo queste Regioni, ora si dovrà affrontare uno screening ambientale. Solo nel minieolico ci sono centinaia di cantieri che rischiano di essere bloccati. Si rischia di creare problemi gravissimi a tutto il settore delle rinnovabili, ma anche alle istituzioni stesse data la mole di lavoro enorme che richiederà sottoporre a Via tutti i progetti."