Una città dell´utopia energetica: con 5 briglie sull´Arno a produrre energia elettrica, le nuove case costruite solo in classe «A» e quelle popolari con infissi nuovi e pannelli fotovoltaici sul tetto, 10 fontanelli pubblici in grado erogare 10 milioni di litri d´acqua l´anno e così far risparmiare 113 chili di plastica. E ancora tre linee di tramvia, oltre 40 mila nuovi punti luce a led, caldaie con il 93% di rendimento contro l´87% di oggi, un centinaio di chilometri di piste ciclabili contro i 50 attuali e un sistema di bike sharing con 50 stazioni di noleggio e 750 bici, 3 mila auto elettriche al posto di altrettante a benzina attualmente circolanti. Una città che sputi nell´aria mezzo milione di tonnellate di Co2 in meno. E che produca il 20% in più di energia da fonti rinnovabili. E´ quella che progetta il piano d´azione per l´energia sostenibile (Paes) approvato ieri dalla giunta Renzi. Un pacchetto di misure «green» per fare della Firenze del 2020 una città in cui le emissioni totali di Co2 passino da 2,5 a 2 milioni di tonnellate l´anno.
Dopo i politici, le auto e le bancarelle di San Lorenzo, è l´anidride carbonica la prossima meta della «rottamazione» renziana. Un obiettivo ambizioso che Palazzo Vecchio fissa insieme agli altri 1.000 Comuni che in Italia hanno aderito al patto dei sindaci «20-20» sulle energie rinnovabili. La strada però è in salita. E il costo dei provvedimenti da attuare enorme. Ci sono misure già adottate: come la linea 1 della tramvia già in funzione, che da sola, riducendo il traffico, ha portato ad un risparmio di quasi 5 mila tonnellate di Co2 emessa. O il piano strutturale a volumi zero, che si stima possa portare da qui al 2020 a un risparmio di 80 mila tonnellate di anidride carbonica (meno costruzioni uguale meno emissioni). Ma sul fronte della mobilità c´è tanto da fare: non solo le linee 2 e 3 del tram i cui lavori devono ancora partire. Ma i parcheggi scambiatori da completare, la flotta dei bus da rinnovare con mezzi ecologici, le auto elettriche che si pensa di incentivare con contributi ma per cui ci sono fondi in esaurimento. E anche sul fronte delle abitazioni private c´è da fare: almeno 85 mila caldaie oggi andrebbero cambiate per adeguarsi agli standard 2020. Con negozi, centri commerciali, alberghi e ristoranti si cercherà un accordo per convincerli ad ammodernare gli impianti in modo da risparmiare oltre 50 mila tonnellate di Co2. E campagne di sensibilizzazione sull´uso dei rompigetto per i rubinetti e delle lampadine a risparmio saranno estese a tutti i residenti. Ridurre del 20% le emissioni è del resto impresa titanica: basti pensare che mezzo milione di tonnellate di Co2 sono poco meno di quelle che emette ogni anno il traffico e poco più di quelle emesse dal 175 mila caldaie della città. In Palazzo Vecchio intanto la crociata sulla pausa sigaretta dei dipendenti (timbro del cartellino per chi esce) si estende a tutti gli uffici.