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Un passo verso l’integrazione

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L’associazione Welcome Val di Cecina si occupa di stranieri con vari progetti, tra cui l’accoglienza dei profughi, in sinergia con l’amministrazione comunale

Fonte: Qui News Volterra.it

Autore: Alessandra Siotto

Un centinaio di persone hanno partecipato ieri, 25 ottobre, all’evento organizzato al Teatro De Larderel di Pomarance dall’associazione Welcome Val di Cecina e dall’amministrazione comunale per presentare i progetti rivolti agli stranieri sul territorio e conoscere i profughi accolti a Pomarance. Il pomeriggio si è concluso con un aperitivo multicolore con tanti piatti tipici dell’Albania del Marocco, del Pakistan, della Romania, del Kosovo, preparati dagli stranieri che vivono nel Comune e che sono stati i protagonisti della serata. Come ha spiegato l’assessore Camilla Sguazzi “è stata un’occasione bella ed importante per conoscersi”. “Ringrazio tutti – ha aggiunto – in particolare l’associazione Welcome Val di Cecina e mi fa piacere che ci sia questa partecipazione, invito anche le altre associazioni del territorio a prendere parte ad iniziative e progetti come questi”.
L’ASSOCIAZIONE. Chiara Molinari, operatrice di Welcome Val di Cecina ha spiegato che l’associazione “è formata da stranieri e italiani che a vario titolo si occupano o vivono l’immigrazione”. “Cerchiamo di coinvolgere tutti nel prendere le decisioni dell’associazione, ci riuniamo spesso, siamo aperti e accettiamo le proposte di tutti – ha spiegato – forniamo servizi vari, abbiamo uno sportello immigrati gestito in convenzione con la Asl, facciamo corsi di italiano e gestiamo l’accoglienza dei profughi nel Comune di Pomarance”.
I RICHIEDENTI ASILO. Facevano l’elettricista, il muratore, il portiere d’albergo, l’autista. Hanno attraversato l’Africa: dalla Nigeria sono andati in Libia, e per un po’ di tempo hanno lavorato lì, ma con la guerra sono fuggiti, lasciando al di là del mare famiglia, lavoro, casa e affetti. La storia dei 4 giovani ragazzi nigeriani, dai 20 ai 29 anni, accolti da un mese a Pomarance, non è molto diversa da quella dei tanti profughi che sbarcano sulle coste italiane. I quattro ragazzi ieri con timidezza si sono presentati: devono ancora imparare bene l’italiano e sono ospiti a Santa Barbara, in una casa messa a disposizione dal Comune, mentre aspettano di essere ascoltati dalla Commissione Territoriale, che deciderà il loro futuro e stabilirà se concedere loro lo status di rifugiato politico. Nel frattempo Welcome, che si occupa della loro accoglienza, ha ideato un progetto insieme al Comune e all”Associazione Liberamente Natural che gestisce il centro ippico comunale. I profughi vanno a dare una mano al maneggio come volontari. “Il progetto – ha detto il presidente di Liberamente Natural Maurizio Boldrini – è pensato soprattutto per dare una possibilità di socializzazione a questi ragazzi e per dargli un’opportunità di imparare qualcosa in questo periodo in cui sono qui”. L’augurio dell’assessore Sguazzi è che “altre associazioni partecipino a progetti come questi”. “Nell’associazionismo – ha aggiunto – è insito il valore della collettività e bisogna creare occasioni che rendano più semplice la conoscenza di questi ragazzi, cercare di coinvolgerli, di inserirli, con forme di integrazione all’interno della comunità ed in questo le associazioni svolgono un ruolo fondamentale”.
I CORSI DI ITALIANO. Ieri sono stati consegnati dagli assessori del Comune di Pomarance Ilaria Bacci e Camilla Sguazzi gli attestati agli stranieri che hanno superato l’esame di italiano di livello A2, frequentando con successo i corsi di Welcome. “La conoscenza delle lingua italiana – ha spiegato Molinari – è indispensabile per ottenere la carta di soggiorno e noi attiviamo vari corsi; in questo momento ce n’è uno ancora aperto a Montecerboli, finanziato dal fondo sociale europeo”. “Fino ad oggi – ha annunciato – noi facevamo i corsi, ma per fare l’esame bisognava andare a Pisa: da quest’anno, grazie all’Università per Stranieri di Siena, siamo stati inseriti nell’elenco degli enti che possono fare direttamente gli esami in aula e lì faremo noi, anche aperti a chi non frequenta i nostri corsi”.
DA POMARANCE AL CONGO. Durante la serata è stato poi presentato un progetto che intende promuovere l’agricoltura, la pescicoltura e l’apicoltura in una zona rurale della Repubblica Democratica del Congo. “Io ho vissuto l’immigrazione al contrario – ha raccontato Luciana presentando il progetto – sono nata a Milano, ma sono andata a vivere in Congo perché ho sposato un cittadino congolese; sono stata residente per anni lì, dal 1985, fino a qualche anno fa". "Ora – ha spiegato sono residente a Pomarance, ma ci torno spesso perché mio marito è rimasto laggiù, dove abbiamo una piccola associazione Ong e operiamo in campagna”. L’esperienza di vita di Luciana racchiude il senso stesso del progetto: “sono andata a vivere in Africa perchè mi ha sempre interessato, sono andata per conoscere i loro costumi e più che per portare lo sviluppo sono andata a conoscere ed a vivere direttamente il sottosviluppo”.
‘Affondare le radici nella terra’ è il titolo del progetto di sviluppo volto a favorire la creazione di orti urbani, per portare le popolazioni all’autonomia, attraverso la gestione diretta della gente locale. Un elemento riguarda l’attenzione al biologico, agli Ogm, alla scelta dei semi, delle macchine, delle tecniche agricole, “perchè in Africa si evitino gli errori dell’occidente”. “Noi in Europa – hanno spiegato le promotrici del progetto – cerchiamo oggi di riappropriarci della gestione del cibo e dobbiamo aiutare queste popolazioni a non ripetere i nostri errori”.