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Un connubio in nome della geotermia a bassa entalpia

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Le prospettive di sviluppo energetico legate al territorio pugliese emerse dalla collaborazione tra Regione Puglia e Politecnico di Bari

Fonte: Ambiente Ambienti.com

Autore: Pierluigi De Santis

I pugliesi potranno utilizzare l’energia geotermica per riscaldare o rinfrescare un edificio. L’opportunità è emersa da mappa realizzata grazie ad una convenzione tra la Regione Puglia ed il Politecnico di Bari. E’ stato messo in evidenza, in particolare, che la regione possiede un’enorme risorsa geotermica rappresentata dall’acqua e dalla temperatura costante ad un certa profondità, anche abbastanza limitate (entalpia). Questo accordo ha gettato le basi per sviluppare le prospettive della geotermia a bassa entalpia nel territorio regionale. Sono stati presi in considerazione tutti i dati bibliografici attualmente esistenti, coordinati e messi in relazione, e questo ha portato alla produzione della carta della resa termica, una forma propedeutica alla conoscenza delle applicazioni della bassa entalpia in Puglia. Le zone che più si predispongono, sono quelle del Gargano ma non da trascurare sono anche quelle del Salento. «L’intero territorio regionale –  spiega Alessandro Reina, presidente dell’Ordine dei geologi della Puglia e docente di Geologia Tecnica presso il Politecnico di Bari – si predispone bene all’utilizzo della geotermia a bassa entalpia. Ci sono rese termiche piuttosto variabili che permettono possibilità di risparmio più o meno alte». La temperatura di 17 gradi, tipica della falda regionale, per esempio, consente di riscaldare un ambiente nei mesi invernali aggiungendo semplicemente 3 gradi, magari con altre fonti energetiche alternative e rinfrescarlo nei mesi estivi a costo zero con risparmi economici nel corso dell’anno che possono raggiungere addirittura l’80%. Secondo Reina «la bassa entalpia ha una valenza soprattutto come fattore di risparmio per uso domestico».

Gli strumenti da adottare, a questo punto, sono sistemi ed impianti geotermici. Ci sono pompe di calore, attraverso le quali è possibile agevolare lo scambio termico utilizzando queste temperature costanti, caldaie geotermiche dai costi accessibili, per le quali non occorre fare i controlli annuali di gas di scarico prescritti per legge in quanto non hanno emissioni di Co2. Sono le geotermiche verticali, in particolare, le tecnologie sulle quali si ritiene di poter puntare. Si compongono di un pozzo profondo100 metriche ha la possibilità di “catturare” il calore nel sottosuolo, portarlo alla pompa di calore che lo distribuisce all’impianto interno dell’edificio.

In Puglia, insomma, si è aperto un altro scenario energetico tutto da sviluppare. «E’ un argomento –  sottolinea Vito Uricchio, del Centro nazionale di ricerca (Cnr) sulle acque – che ha grandi prospettive in questa regione perché può consentire una lunghissima serie di applicazioni, in particolare la climatizzazione degli ambienti residenziali e produttivi. In questo modo è possibile evitare emissioni di Co2 e ricorrere a combustibili fossili con effetti positivi sull’ambiente e l’economia. Occorre, però, creare una cultura e cercare di attrarre installatori e professionisti per fare in modo che queste tecnologie possano svilupparsi sempre più».