I due poli turistici storico-culturali del paese di Abbadia San Salvatore sono rappresentati dalla stupefacente abbazia del San Salvatore e dal Parco Museo Minerario.
Da un’ottica semplicistica possiamo affermare che l’abbazia è stato il seme che ha dato vita alla nostra antica comunità, mentre la miniera di cinabro è stato il volano di sviluppo demografico, urbano e sociale. Tralasciando volontariamente la preistoria per non affrontare nuovamente il discorso della povera “grotta dell’Arciere”, non è un caso che siano proprio i “due poli” le calamite culturali che attualmente attirano i non abbondanti turisti nel nostro territorio badengo.
Ma andiamo al dunque.
I dati sulla cultura in Italia ci dicono che “Per l’effetto moltiplicatore del settore sull’economia per ogni euro prodotto dalla cultura, se ne attivano 1,8 in altri settori”. Questo significa, tra le righe, che in Italia i soldi spesi per la cultura non sono buttati.
Il nostro bel Paese ha un’offerta incredibile, detiene il record di siti Unesco. Nel 2015 i visitatori tra musei, aree archeologiche e monumenti sono stati pari a 43.288.366, in crescita del 5 per cento rispetto al 2011 e del 16,4 per cento rispetto al 2012.
Continuando a leggere i dati forniti dall’Osservatorio Nazionale del Turismo si scopre che “il turismo culturale e d’arte rappresenta una quota rilevante della domanda turistica italiana che, insieme alle località marine e montane rappresentano, nel 2015, una quota del 69% del totale presenze in Italia. Le mete del turismo culturale nostrane hanno superato, in termini di arrivi, il dato del balneare, sia perché si prestano maggiormente a una vacanza short break, sia perché i visitatori sono più uniformemente distribuiti nel corso dell’anno.”
Curiosamente il paese di Abbadia San Salvatore si trova in una montagna e ha come offerta culturale i due poli prima descritti. Nella teoria, turisticamente parlando, dovremmo star bene.
Nell’ultima tesi dal titolo “Archeologia ad Abbadia San Salvatore: stato dell’arte, nuove acquisizioni e prospettive” ho ripercorso la storia del nostro territorio, aggiunto le nuove ricerche e dato delle prospettive che spero vengano accolte.
La prospettiva, che immagino più idonea per questo territorio, è quella di creare un turismo short break, che comprenda in larga sintesi la montagna, l’abbazia e il museo minerario. Siamo ancora lontani dall’obiettivo ma, lasciandoci il passato alle spalle e soprattutto credendoci, possiamo veramente rinascere. In alternativa si può continuare ad aspettare che nevichi. Niccolò Bisconti (archeologo).