"Lodola è un artigiano della luce, l’unico pitture che si può vedere solo di notte e rimarrà nella storia dell’arte. Disegna un sogno nell’aria con la luce, qualcosa che nessuno aveva mai fatto. Qui la luce tiene vivo un luogo che ha già una sua spiritualità anche nel buio, anche nel silenzio, anche senza essere acceso".
Un grande successo di pubblico per l’arrivo di Vittorio Sgarbi a Castelnuovo Val di Cecina che ieri sera, 19 settembre, è intervenuto per inaugurare Lodolux, la più grande opera di luce mai realizzata che ha illuminato il borgo medievale e le torri della centrale geotermica di Enel. Una mostra con i lavori di Marco Lodola e le luci dell’architetto Alberto Bartalini, presenti a Castelnuovo insieme al critico d’arte Ilario Luperini e accolti dal sindaco Alberto Ferrini.
LODOLA E LA LUCE. "Castelnuovo Val di Cecina è un luogo irraggiungibile nella sua grandezza, dove uno arriva e non arriva, dove uno anche quando è arrivato, c’è e non c’è; per renderlo ancora più irraggiungibile avete addirittura rotto le strade" ha scherzato Sgarbi. "Ora è un paese pieno di luce – ha detto – e Bartalini ha fatto delle due torri, enormi mostri, due monumenti".
Sgarbi nella sua lectio magistralis ha parlato della luce nella notte, della luce nella pubblicità, di pubblicità e arte, della luce nella storia e di come quando è arrivata nelle case – "come un miracolo" – ha permesso di vivere anche il tempo e lo spazio della notte. Di come Lodala richiami le insegne luminose nelle città con i neon e l’illuminazione industriale e pubblicitaria, facendone arte. "Lodola arriva per trasportare la notte nel sogno – ha spiegato – insieme a Bartalini hanno fatto una festa notturna, un percorso che è come una via crucis laica, mi pare una cosa molto riuscita".
All’artista, che ha esposto in tutto il mondo e che si definisce un ‘elettricista’, il critico non ha risparmiato complimenti: "Lodola ha scelto una strada originale, nessuno lo aveva mai fatto, l’arte di solito è fatta di tele, colori, non di elettricità e lui è inventore di sogni".
"Un paese tranquillo che non si era mai occupato di opere d’arte viene improvvisamente stuprato, violato, illuminato ‘bartalinizzato’ – ha concluso Sgarbi – Sembra di non essere più a Castelnuovo".
IL CASTELLO E LE TORRI. L’architetto Alberto Bartalini, regista dell’intera operazione, ha illustrato una delle operazioni che caratterizzano il progetto complessivo: la facciata di un edificio, nel punto più alto di Castelnuovo, coperta da una enorme fotografia e illuminata di rosso. "Qui c’era un meraviglioso castello – ha spiegato – poi negli anni ’50 è stato distrutto per fare una scuola, nel posto meraviglioso che è la rocca di Castelnuovo, dove ora di quel castello è rimasta solo la torre campanaria. Allora questa orribile facciata è stata completamente camuffata facendo questa operazione e ‘graficizzando’ degli elementi del battistero di Pisa. Questo per suggerire che qui dobbiamo ricostruire qualcosa, è importantissimo che questo posto torni alla sua dignità".
Dunque un progetto di "riqualificazione del punto più bello del paese" che sarà scelto tramite un concorso "dove non solo gli architetti devono partecipare, ma soprattutto i creativi e che dovrà essere lanciato a tutto il mondo". I progetti saranno poi valutati da una commissione, come ha spiegato Bartalini, di cui anche Sgarbi e Lodola faranno parte.
Ma l’architetto del teatro del silenzio di Bocelli non si ferma qui e pensa anche ai ‘refrigeranti’ delle centrali geotermiche. "Di quelle torri intanto ne abbiamo illuminate due – ha detto – vediamo se questo piccolo messaggio funziona per fare in modo che tutte le numerose strutture che ci sono così in questo territorio e che sono fondamentali per l’economia si trasformino in qualcosa di artistico". "Queste grandi torri, orribili mostri ha detto Sgarbi, possono veicolare un messaggio – ha illustrato Bartalini – la bruttezza del giorno si deve modificare con la bellezza della notte. Inventiamoci una riqualificazione notturna. Inventiamoci un linguaggio".
Il sindaco Alberto Ferrini nell’illustrare gli intenti del progetto complessivo Lux ha ringraziato Enel ed ha spiegato che "la luce non è solo il tema della mostra, ma è qualcosa che caratterizza il nostro territorio dove si fa anche la luce". "Il borgo è speculare alla centrale geotermica e mantiene una sua originalità fra molti altri, è rimasto intatto – ha illustrato – Questo progetto culturale che abbiamo voluto, deve servire come promozione per Castelnuovo, alla quale affiancheremo una operazione di riqualificazione e recupero del borgo perchè in questo territorio ci possa essere una continuità fra passato, presente e futuro".