Probabilmente non sarebbe stata tale in altri paesi, che da tempo mostrano di credere alla possibilità di utilizzare il calore presente nella profondità terrestre per riscaldare abitazioni. Ma da noi la geotermia conta solo per l,5% nella produzione totale di energia elettrica e le stime del Governo per il 2020 alzano l’asticella non oltre il 2%.
Le caratteristiche dell’impianto
Nei giorni scorsi sono partiti i lavori dell’impianto di Trento, che sarà costituito da sei pozzi lunghi 140 metri, con relative sonde di diametro da 15 centimetri. A realizzarlo è la società Moratelli Impiantistica per la Itea spa. Una volta completata, la struttura dovrebbe consentire di dimezzare tanto i costi per la climatizzazione estiva e invernale, quanto la Co2 immessa nell’ambiente. A completare l’impronta green dell’intervento è prevista la costruzione di un impianto fotovoltaico da 6,5 kW. I lavori verranno seguiti dai tecnici del Servizio Geologico Pat per studiare le caratteristiche del terreno ai fini di un’estensione degli impianti nel territorio.
Un caso isolato
Se si esclude la Toscana, dove si concentra la quasi totalità di impianti geotermici, in Italia questa fonte di produzione di energia pulita è quasi sconosciuta (160 MW di potenza installata a fine 2009). Tra Pisa, Siena Grosseto ci sono centrali costruite a inizio Novecento, mentre negli ultimi decenni pochissimi hanno investito nel settore. Ma la situazione potrebbe cambiare, considerata la riduzione dei costi che oggi consente di abbattere la tempistica dell’ammortamento: nel caso dell’impianto trentino, ad esempio, la stima è decennale. La metà rispetto a pochi anni fa, ma comunque superiore al ritorno dell’investimento garantito dal fotovoltaico.
L’Europa punta sulla geotermia
È di ieri la notizia che la Commissione Europea ha approvato la decisione dello Stato francese di sovvenzionare con 25,3 milioni di euro (su 45,3 milioni che costituiscono l’investimento totale) un impianto geotermico in Alsazia. La distorsione al meccanismo della libera concorrenza, ha stabilito Bruxelles, ha un impatto limitato se si considerano i grandi benefici ambientali ottenibili. Lo stanziamento francese è destinato a un impianto da 24 MW che sarà costruito a Beinheim da una joint venture composta dalla società belga Roquette Frères e dalle francesi Electricité de Strasbourg e Caisse des Dépôts et Consignations.
Produzione energetica verso il raddoppio
Secondo il rapporto Global Geothermal Power and Heat Pump Market Outolook, realizzato da Markets and Markets, la geotermia raddoppierà la propria capacità installata entro la fine del prossimo quinquennio, passando dai 61.200 MW del 2010 ai 120.300 MW del 2015. La previsione implica un tasso medio annuo di crescita del 14%. A trainare lo sviluppo, secondo gli analisti, saranno Stati Uniti, Filippine e Indonesia.