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Tre morti per il ponte crollato chiesta ancora l’archiviazione

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Dipendenti Enel, persero la vita nel 2012 a bordo di un’auto durante l’alluvione. Tra loro c’era anche Antonella Vanni, 48 anni, che viveva a Larderello

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Pontedera

Autore: Pierluigi Sposato

La Procura della Repubblica ha chiesto di nuovo l’archiviazione del fascicolo sulla morte dei tre dirigenti Enel, precipitati con l’auto nella voragine che si era aperta a una delle estremità del ponte sull’Albegna della strada provinciale 94 Sant’Andrea, alla Marsiliana, la sera del 12 novembre 2012: Antonella Vanni, 48 anni, di Larderello; Paolo Bardelloni, 59 anni, di Massa Marittima; e Maurizio Stella, 47 anni, di Follonica. Il sostituto procuratore Alessandro Leopizzi ritiene che, anche alla luce dei nuovi accertamenti effettuati dopo l’ordine del gip Marco Bilisari, risalente al novembre scorso (i familiari delle vittime si erano opposti alla prima richiesta di archiviazione), non vi siano elementi tali da poter sostenere l’accusa in un processo nei confronti dei due indagati attuali. E nemmeno tali da consentire l’iscrizione di altre persone nel registro degli indagati. Il pm fonda la sua convinzione sulla ulteriore relazione fatta svolgere ancora al professor Enrico Larcan, del Politecnico di Milano: l’esperto ha risposto alle sei domande formulate dal giudice, il quale aveva respinto la prima richiesta di archiviazione, ordinando al contempo l’iscrizione nel registro degli indagati dell’ingegner Umberto Tozzini, responsabile del servizio viabilità della Provincia, e del geometra Gian Paolo Conti, dipendente della Costrade srl e tecnico responsabile della manutenzione ordinaria delle strade provinciali della zona sud. Omicidio colposo l’ipotesi di reato. Secondo il dottor Leopizzi, la pericolosità dell’area era sì conosciuta, ma a livello giuridico non è possibile paragonare tale concetto, astratto, con quelli di prevedibilità ed evitabilità dell’evento. In altre parole, l’evento fu eccezionale quanto imprevedibile, perché l’alluvione del 2010 non è paragonabile con quella del 2012: impossibile, quanto errato scientificamente, prendere come punto di riferimento i dati della piena di due anni prima perché, sostiene il professor Larcan, il dato della precipitazione va rapportato allo stato di umidità del suolo del bacino idrografico. Uno stato che, anche se fosse misurato, non darebbe un’idea completa dell’area. Corretta, sempre secondo la Procura, l’attivazione degli enti incaricati dei servizi di protezione civile. Come anche corretta sarebbe stata la comunicazione della chiusura delle strade, effettuata direttamente a tutti gli enti presenti nella sala operativa della Provincia. Non sembra alla Procura che debba essere imputato qualcosa di specifico per la trasmissione della notizia della chiusura del ponte sull’Albegna. Nulla deve essere contestato nemmeno in merito alla segnaletica sul ponte, il cui posizionamento (e ricollocamento, visto che alla sala operativa giungevano segnalazioni di transito o spostamento) sarebbe stato correttamente ordinato ed eseguito. Il pm circoscrive comunque l’ambito di indagine ai soli due indagati: la Provincia, e dunque Tozzini, perché tale ente deve rispondere della manutenzione della strada 94; il raggruppamento temporaneo delle cinque imprese incaricato della sorveglianza e del controllo per la sicurezza del traffico della zona 1 Sud, e dunque Conti (referente), per quanto previsto dall’affidamento dell’incarico. La Procura non individua eventuali altri soggetti. E da questo insieme di considerazioni nasce la seconda richiesta di archiviazione. Il giudice deve adesso decidere.