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Tre milioni per scommettere sull’olio delle alghe

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Bruciato produce energia elettrica. Sici investe sulla start-up di Lucca

Fonte: La Repubblica – Firenze

Autore: MAURIZIO BOLOGNI

LA FINANZA sensibile all’innovazione scommette su un’azienda che, a Lucca, ricaverà energia elettrica bruciando l’olio vegetale delle alghe. Progetto stravagante? Niente affatto. Lo ha validato il dipartimento di biologia dell’università di Pisa. Lo ha sperimentato con successo per quattro mesi una start-up con un impianto pilota. E adesso, fiutato il business, il Fondo d’investimento Toscana Innovazione di Sici — che non può permettersi di buttare denaro essendo alimentato da Regione, Uniocamere e Fidi Toscana oltre che da undici fondazioni bancarie — ha deciso di entrare con un capitale di 3 milioni di euro nell’azienda fondata ad aprile scorso che, nell’area ex Cucirini, realizzerà la centrale di produzione di energia pulita da olio spremuto dalle microalghe. Storia sorprendente. L’unica cosa scontata sembra il nome della start-up. La newco, che possiede importanti brevetti per la produzione di olio vegetale da microalghe, non poteva che chiamarsi così: Alga Energy.
Come funziona l’impianto? Le alghe sono coltivate in un sistema di accrescimento, una sorta di spirale, che è trasparente per far passare la luce, attrezzata per eliminare le molecole di co2 che si formano con la fotosintesi clorofilliana, nutrire e abbeverare le alghe. Le alghe, una volta mature, vengono raccolte, poi essiccate in appositi forni per eliminare l’80% di acqua di cui sono costituite. Infine, vengono spremute per ricavarne l’olio che servirà come combustibile all’impianto di generazione di corrente elettrica, che sarà inserita nella rete nazionale.
Massimo Abbagnale, presidente di Sici, è entusiasta dell’impianto. «E’ uno dei progetti che potrebbero cambiare il modello di sviluppo del Paese — azzarda — Il tema della green economy non riguarda solamente i pannelli solari comprati in Cina, ma anche gli investimenti in uomini e tecnologie capaci di realizzare in Italia sistemi innovativi per la produzione di energia da fonti alternative. Il caso Alga Energy è un modello virtuoso di incontro tra imprenditori, ricercatori e venture capital. Molti lo declamano, noi lo realizziamo». «Questo progetto — spiega dal canto suo il direttore generale di Alga Energy, Giuseppe Fabbri — è la dimostrazione che con professionalità e dedizione il nostro territorio regionale è in grado di mettere insieme importanti risorse e fare innovazione in modo concreto e con risvolti positivi per lo sviluppo».
Il socio industriale nell’operazione è la Romea Import Export. Le prospettive occupazionali sono interessanti, addirittura esplosive, anche perché il progetto è replicabile altrove. «Può essere sviluppato su vasta scala in aree industriali dismesse, che potrebbero essere recuperate a fini ambientali ed energetici, con impatto positivo di dimensioni ancora non ben definibili» dicono i promotori. «Perché questi impianti migliorano l’ambiente in quanto la CO2 presente nell’aria viene riutilizzata per la coltivazione delle alghe. E sono potenziali bonificatori dell’aria da emissione inquinanti».