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Terra Nuova, gli under 30 che “illuminano”

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Energie verdi, il consorzio moltiplica: nel 2015 fatturato a 186 mln.
Ai due stabilimenti del Consorzio Terranuova si aggiungono le aziende delle dieci imprese consorziate che stanno crescendo in fatturato e dipendenti e che sono disseminate un po´ in tutte le località del Valdarno e anche oltre: da Bibbiena a Reggello, da Incisa a Figline, da San Giovanni a Montevarchi, da Terranuova a Loro Ciuffenna, da Castelfranco di Sopra a Pian di Sco´.

Fonte: La Repubblica- Firenze

Autore: MAURIZIO BOLOGNI

 

Intorno ai macchinari e alle scrivanie di progettazione, i volti imberbi e senza rughe di ragazzi e ragazze con lo spolverino bianco – serve ad evitare il calamitarsi sugli abiti di micro particelle metalliche – fanno apparire il luogo diverso da quello che è. Sembrano i laboratori di un istituto scolastico professionale. Invece è una fabbrica. Questo, nella Silicon Valdarno, come ormai la chiamano, è un gruppo industriale della green energy (produce moltiplicatori elettronici di potenza), stupefacente per almeno tre motivi. Primo, la sua iperbolica crescita di fatturato e dipendenti. Secondo, al vertice del gruppo si trova un Consorzio che non distribuisce utili tra le aziende associate ma reinveste nel proprio sviluppo fino all´ultimo centesimo guadagnato. Terzo: è di 28 anni l´età media dei suoi dipendenti.
Nell´estate 2010, quando di fatto è nato come sovrastruttura di dieci piccole aziende artigiane hi-tech che già operavano in Valdarno, il gruppo Terra Nuova (si chiama così il Consorzio) poteva contare complessivamente su 98 dipendenti e 9,8 milioni di fatturato delle sue micro aziende, mentre oggi, meno di due anni dopo, impiega 600 addetti e ha chiuso il 2011 con 34 milioni di ricavi. Entro il 2015 punta a moltiplicare il fatturato a 186,2 milioni e a 968 unità l´occupazione che è cresciuta e crescerà anche all´interno di ciascuna delle dieci aziende. Vale la pena rimarcare e sintetizzare le dimensioni di questi numeri che prevedono, in appena cinque anni, di decuplicare l´occupazione da meno di 100 addetti a quasi 1.000 e moltiplicare per 20 il valore della produzione da meno di 10 a quasi 190 milioni di euro.
Il secondo elemento che rende unico nel panorama industriale questo gruppo formato da una filiera di dieci piccole imprese hi-tech è, come accennato, il fatto che il Consorzio al suo apice non spartisce i ricchi guadagni tra i consorziati, ma è vincolato dallo statuto a reinvestirli tutti nell´impresa, che quindi ha goduto in meno di due anni di iniezioni per 4 milioni di euro. «E´ un modello – racconta Luciano Raviola, presidente del Consorzio – che ha suscitato l´interesse di ministeri governativi desolatamente abituati ad elargire finanziamenti a spa e srl dove i soci si spartiscono gli utili e magari anche gli stessi contributi pubblici. Così, invece, si ha la certezza che i finanziamenti arricchiscono solo l´impresa comune perché nulla va ai soci».
Raviola, oltre che presidente del Consorzio, è uno dei manager di punta della vicina Power One (entrambi le aziende si trovano nella zona industriale di Terranuova Bracciolini), la multinazionale texana capace di realizzare straordinarie performance di fatturati e occupazione imponendo la propria leadership mondiale nella produzione di inverters dei pannelli solari, ovvero di quei congegni che evitano la dispersione, regolano e moltiplicano l´energia solare catturata. Le dieci aziende del Consorzio Terra Nuova, già prima della nascita della società consortile comune, lavoravano per Power One. Erano e sono imprese dell´indotto del colosso texano, ciascuna per una fase specifica del processo: c´è chi progetta e fornisce assistenza e chi produce componenti meccanici, chi si occupa di cablaggi e chi di automazione e collaudi, chi di avvolgimenti elettromeccanici e così via. L´idea di Raviola è stata quella di associare queste aziende perché – senza entrare in rotta di collisione con Power One ma anzi continuando a lavorare per la multinazionale con competenze progressivamente accresciute – potessero, attraverso il Consorzio, radicare l´occupazione nel territorio, saldare tra loro la filiera e coordinare le attività, definire a migliori condizioni contratti di fornitura e acquisti, perfezionare le capacità produttive dei singoli e d´offerta complessiva, sviluppare progetti, assemblare e commercializzare prodotti con proprio brand ma anche fornire assistenza ad aziende terze.
Power One resta, attualmente, il committente più importante per Terra Nuova: il Consorzio gli consegna «chiavi in mano» gli inverters che assembla e sono il frutto delle singole lavorazioni dei propri associati. Ma Terra Nuova ha iniziato a lavorare anche per altri, progettando e realizzando moltiplicatori di potenza per motori di rinnovata potenza, e soprattutto a sviluppare la ricerca e la produzione di beni propri. Sta per andare sul mercato col brand Terra Nuova una lampada rivoluzionaria che unisce i vantaggi del led con quelli dell´illuminazione tradizionale e assicura, dunque, bassi consumi, durata moltiplicata rispetto ai led, ma luce diffusa come l´illuminazione tradizionale. Altro progetto in cantiere è la progettazione di una torre eolica che si presenta come un piccolo grattacielo, senza pale, e che quindi garantisce un basso impatto ambientale, con una resa non inferiore grazie alla moltiplicazione di potenza.