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Teleriscaldamento geotermico: Ferrara raddoppia

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Il servizio di teleriscaldamento geotermico di Ferrara sarà sviluppato nella zona est della città con l’obiettivo di permettere un incremento del numero di appartamenti equivalenti serviti fino a circa il 35-40% degli alloggi urbani.

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Sarà Pontegradella l’area individuata come sorgente geotermica che permetterà di raddoppiare il teleriscaldamento nella zona est di Ferrara.

Le rilevazioni fatte da Hera (la società multi servizi emiliana quotata in borsa che gestisce servizi dei rifiuti, risorse idriche ed energia), hanno individuato quest’area di 14,6 chilometri quadrati, a qualche centinaio di metri dall’abitato della frazione, come sistema geotermico utile per realizzare il progetto.

L’impianto di teleriscaldamento di Ferrara ad oggi sfrutta in prevalenza calore geotermico per soddisfare parzialmente il fabbisogno termico annuo della città emiliana. La quota residua dell’energia termica necessaria viene prodotta tramite termovalorizzazione del rifiuto solido urbano (recupero del calore proveniente dall’incenerimento dei rifiuti) e combustione in caldaie a metano.

La realizzazione della seconda centrale geotermica cittadina offrirà la possibilità di raddoppiare o quasi gli appartamenti equivalenti serviti dal teleriscaldamento (dai 22mila attuali ai progettati 37.500), con 9 milioni di metri cubi riscaldati rispetto agli attuali 5,3.

Un progetto strategico per il piano energetico della città che porterà a risparmiare -secondo i calcoli di Hera- 87 tonnellate di ossidi di azoto, 72mila tonnellate di anidride carbonica, e 61,7 tonnellate di anidride solforosa, oltre a 29mila tonnellate di petrolio equivalente.

La fonte geotermica diverrà quindi prevalente nel sistema di teleriscaldamento ferrarese, arrivando a regime al 56,4% del totale energetico, mentre il termovalorizzatore scenderà al 34,3% (oggi è al 42%).

Nel primo trimestre del 2012 si è completata la fase di progettazione e lo scorso 18 luglio si è stato avviato l’iter autorizzativo.

L’autorizzazione permetterà a Hera di avviare la trivellazione per i pozzi esplorativi che scenderanno fino a tre chilometri di profondità.

Il progetto industriale prevede poi la realizzazione di tre pozzi, due di estrazione e uno di reiniezione: il sistema funzionerà attraverso uno scambiatore termico in superficie, con il fluido secondario che attraverso un sistema di tubazioni porterà calore ai grandi utenti della zona est, e quello primario che verrà reimmesso in profondità.

Questo sistema potrà, secondo Hera, evitare «l’innesco di subsidenza indotta dall’emungimento, in una zona costiera estremamente sensibile».

Dal punto di vista economico il progetto richiederà un investimento di 50 milioni di euro già inseriti nel Piano industriale aziendale di Hera, che potrà quindi realizzarlo anche in assenza di risorse pubbliche, con la garanzia che l’azienda manterrà tariffe identiche a quelle attuali, tariffe che risultano già più basse del 25% rispetto alle bollette del riscaldamento a metano.

Il sistema di teleriscaldamento geotermico di Ferrara, cresciuto costantemente dagli anni ’80 a oggi, potrà quindi in un prossimo futuro svilupparsi ulteriormente garantendo vantaggi notevoli in termini economici e ambientali, basti pensare che le emissioni di CO2 evitate, dal 2005 al 2011, sono stimate in circa 185 mila tonnellate e con il progetto dell’estensione della rete nella zona est della città saranno ulteriormente abbattute con un incremento del numero di appartamenti equivalenti serviti fino a circa il 35-40% degli alloggi urbani.