Ma non sono stanche. Sono partite, Andra da Sacramento e Tatiana dal Belgio dove adesso vivono, per tornare ad Auschwitz insieme alla ragione del loro andare: 500 studenti quest’anno, con i quali parlare e ai quali raccontare.
"Continuiamo ogni anno a salire sul treno con lo steso spirito, per trasmettere ai nostri giovani quello che è stato – dice Tatiana- Ricordati che questo è stato, una frase che dice tutto, non ha bisogno di altre parole"."Ma al mondo succede sempre qualcosa che si collega a quello che è stato – aggiunge Andra – e questo fa pensare, non è stato sufficiente quello che è accaduto. Ci sono così tante tragedie. Basta vedere quello che sta accadendo in Siria. Proprio perché succedono queste cose abbiamo bisogno di continuare a ripetere la memoria, per far capire che le persecuzioni sono terribili".
"Ormai sono passati due anni da quando l’Ungheria ha fatto mettere il filo spinato – incalza allora Tatiana – , sono stata male, con quello che ha passato l’Ungheria ha il coraggio di mettere il filo spinato. Sono queste cose che ti spingono a fare quello che stiamo facendo".
"Tutto diventa subito vecchio oggi – a bassa voce osserva Andra- le notizie si consumano nel giro di un giorno e se sono tragedie, ancora meglio, sembra che la gente voglia sentire questo. E allora cosa c’è di meglio che raccontare la nostra storia. Noi continuiamo". "La nostra storia – conclude Tatiana abbozzando un sorriso- in fondo è una tragedia a lieto fine".