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Tanta voglia di sole in Lombardia

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Nella regione con il più alto numero di impianti fotovoltaici si è disposti a spendere di più per l’energia verde
Partono oggi gli incentivi regionali sugli impianti di climatizzazione

Fonte: Italia Oggi

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Secondo l’Ige, l’indice Green Economy, messo a punto da Fondazione imprese, che misura l’attenzione ai temi ambientali (come energie rinnovabili o turismo sostenibile), la Lombardia è al 12° posto, sotto la media nazionale; distante dalla seconda, la Basilicata, e lontana anni luce dalla capolista Trentino-Alto Adige.
La classifica, tuttavia, non deve trarre in inganno perché la Lombardia, come del resto tutto il Nord d’Italia, è una delle zone che sul fronte della economia ecosostenibile regge più che altrove gli effetti della crisi. Non è un caso che la regione, pur con un insolazione inferiore rispetto ad altre zone d’Italia, sia la prima per installazione d’impianti fotovoltaici (23 mila nel 2010), seguita da Piemonte e Liguria. E non è nemmeno un caso che secondo l’Aper (l’Associazione Produttori di Energie Rinnovabili, una miriade di piccole aziende in gran parte costituite da giovani) il 25% dell’energia prodotta (12.007 gwh) ogni anno in regione provenga da fonti alternative (87,7% idrico, 0,6 fotovoltaico, 11,7 biomasse). Ma la tendenza, nonostante le difficoltà del momento, è di una netta crescita, anche grazie al previsto calo delle tariffe d’installazione (dal 75 all’82% da qui al 2016) così come previsto dal Conto Energia approvato il maggio scorso.
È anche cambiato l’atteggiamento culturale nei confronti del risparmio energetico e delle fonti sostenibili.
Da un’indagine della rivista Lorien, presentata qualche giorno fa, per conto del gruppo Pd in Consiglio regionale, emergono tendenze interessanti in cui si alternano diffidenza e disponibilità. Alla domanda "Quanto ritiene realizzabile in Italia un programma di green economy?" Il 49% dei lombardi non ci crede molto a fronte del 51% del resto d’Italia, dove si è più convinti sulle prospettive di sviluppo del settore. Lo scetticismo forse non si legato tanto alle potenzialità dell’economia verde, quanto piuttosto a chi deve metterla in moto, visto che alla domanda se le green economy possa creare nuovi posti di lavoro il 79% dei lombardi (il 78% nel resto d’Italia) è convinto che questa sia la strada giusta. Un’altra domanda significativa dell’inchiesta di Lorien riguarda la disponibilità a spendere di più rispetto alle abitudini attuali in nome della ecosostenibilità: il 51% dei lombardi (il 25% nel resto d’Italia) spenderebbe fino al 25% in più. Disponibilità confermata anche quando si affronta la questione della bolletta: il 70% dei lombardi è d’accordo a riservarne una quota a sostegno delle rinnovabili (il 53% nel resto d’Italia) e addirittura il 37% è favorevole a pagare di più in bolletta a sostegno delle energie rinnovabili, che pesano (per il 73%) anche nella scelta della compagnia elettrica.
Terreno fertile, dunque, quello lombardo per le fonti rinnovabili, sia sul piano imprenditoriale che culturale.
«Non c’è dubbio», commenta Andrea Poggio di Legambiente, «che il futuro sia nella green economy, che non è solo energia ma oggi anche e soprattutto efficienza, e in generale capacità di produrre di più con meno risorse. Ma la crisi economica rende tale prospettiva più difficile. Oggi un motore elettrico di nuova generazione si ammortizza in 2-3 anni, ma un’azienda in difficoltà non lo cambia, le priorità sono altre». Ci sono però settori che tengono più di altri: il fotovoltaico va meglio proprio nelle al nord perché qui ci sono le famiglie più ricche e disposte a investire. "L’edilizia invece va male da tutte le parti" – prosegue Poggio – "per le grandi come per le piccole opere, con flessioni del 30-40%. Tengono invece le ristrutturazioni, l’efficienza energetica e i materiali innovativi". Lo sviluppo delle rinnovabili ha comunque sorpreso gli stessi ambientalisti. «In tre anni è stata prodotta l’energia di 3 centrali nucleari. L’efficienza energetica applicata agli edifici privati, grazie agli sgravi fiscali, ha consentito di risparmiare 1.500 mw. Tutti segnali positivi che però non devono illudere: la green economy, da sola, non è grado di recuperare i posti di lavoro bruciati dalla crisi".
Una boccata d’ossigeno per chi vuole investire in efficienza energetica e in fonti rinnovabili viene, grazie al Fondo Kyoto, dallo sblocco di 600 milioni di euro, di cui 60, 20 milioni ogni anno dal 2012 al 2014, destinati alla Lombardia, di cui, come ha annunciato pochi giorni fa l’assessore all’Ambiente, Energia e Reti della Regione Lombardia Marcello Raimondi, la prima tranche è ai blocchi di partenza. Particolare attenzione è riservata all’efficienza energetica. «È la chiave della futura politica energetica regionale e nazionale. Proprio in quella direzione», ha detto l’assessore, «stiamo volgendo il nuovo Programma Energetico Ambientale Regionale (Pear), che quest’anno ci vedrà molto impegnati sia nell’ascolto degli operatori energetici che nel dialogo con le diverse realtà coinvolte anche sui territori». Un esempio sono i provvedimenti della Regione per gli impianti di climatizzazione nelle abitazioni e nelle aziende.
È possibile inoltrare le domande a partire da oggi direttamente sul sito internet della Cassa Depositi e Prestiti. I finanziamenti a tasso agevolato (0,5% annuo) hanno una durata di 6 anni per i soggetti privati e di 15 anni per quelli pubblici. Le percentuali di agevolazione riconosciute ai beneficiari di natura pubblica o privata sono: 90%per i soggetti pubblici, 70% per i privati. La prima annualità di finanziamento prevede fondi per la Regione Lombardia da ripartire in questo modo: 3 milioni per la «Misura micro-cogenerazione diffusa», che comprende impianti di generazione combinata di energia elettrica e/o termica e/o meccanica fino a 50 kw elettrici); 1,1 milioni per la «Misura rinnovabili», che riguarda il solare fotovoltaico fino a 40 kw, idroelettrico fino a 200 kw, eolico fino a 200 kw, impianti termici a biomassa tra i 50 e i 450 kw termici, impianti solari termici fino a 200 mq); 16,9 milioni per la «Misura usi finali», relativa al risparmio e incremento dell’efficienza energetica. Secondo i calcoli fatti dal Pirellone, con l’attivazione del Fondo si potrebbero attivare in regione 120 milioni di euro di investimenti aggiuntivi, che potrebbero creare 100 mila posti di lavoro in più.