Home Cosvig Tagli agli aiuti del fotovoltaico “Norme mutevoli ora l’Italia torna troppo inaffidabile”

Tagli agli aiuti del fotovoltaico “Norme mutevoli ora l’Italia torna troppo inaffidabile”

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I fondi internazionali all’attacco “Abbiano già fatto causa a Spagna e Gran Bretagna e abbiamo vinto”

Fonte: La Repubblica

Autore: LUCA PAGNI

«Non è soltanto in gioco la credibilità internazionale dell’Italia, con il rischio che venga seriamente danneggiata. Se il Parlamento dovesse approvare il provvedimento retroattivo emanato dal governo, non avremmo altra scelta che ricorrere a un arbitrato internazionale che avrà come conseguenza l’impossibilità da parte nostra di investire anche un solo euro in questo Paese». Lo scrivono, in un documento, i venti fondi di investimento internazionali che hanno investito oltre 4 miliardi di euro nel solare fotovoltaico in Italia. Di sicuro, lo fanno per andare in pressing su Palazzo Chigi, affinché si trovi una soluzione al pasticcio, nato per tagliare le bollette alle piccole e medie imprese e che rischia di trasformarsi in un contenzioso legale che va oltre i confini nazionali. La lite, in effetti, potrebbe trascinarsi a lungo e costare al nostro Paese più di quanto potrebbe far risparmiare.
Quanto sta avvenendo in Italia – dopo la decisione dell’esecutivo Renzi di tagliare gli incentivi alle rinnovabili, allungando da 20 a 24 anni il periodo in cui verranno pagati – è un film già visto in altre nazioni europei. Gran Bretagna, Spagna, Romania, Slovacchia, Bulgaria: sono tutte nazioni in cui i fondi di investimento si sono già rivolti ai giudici per vedersi riconoscere gli incentivi che – quando il peso in bolletta si è fatto eccessivo – i vari governi hanno tagliato retroattivamente. In Gran Bretagna, hanno vinto il primo round in tribunale.
«Il governo dovrebbe trovare una soluzione condivisa perché si sta creando una situazione paradossale: per risparmiare 500 milioni all’anno. lo Stato potrebbe pagare risarcimenti molto più ingenti», spiega l’avvocato Francesco Novelli dello studio Dla Piper che sta seguendo un caso di investimento in Bulgaria nell’eolico. «Le prime conseguenze si vedono già: ad alcuni progetti su cui stiamo lavorando è stato reintrodotto con grande evidenza la clausola del changing law», che tiene conto del rischio del cambiare le regole in corsa. «Segno evidente – conclude – che gli investitori hanno cominciato a non fidarsi più dell’Italia».