A dirlo, sono anche i dati della "Statistik der geothermischen Nutzung in der Schweiz", secondo i quali, solo nel 2012, la Svizzera ha prodotto 2,900 GWh di energia geotermica, una cifra destinata a crescere e sicuramente cresciuta nell’anno successivo.
(La Svizzera è al primo posto per l’utilizzo della geotermia nel riscaldamento)
Manco ce ne fosse stato davvero bisogno, a dare nuovo lancio al settore sarà verosimilmente la mozione appena approvata dal Consiglio Nazionale, la camera bassa del Parlamento svizzero. Promossa dalla zurighese Kathy Ricklin, la mozione permetterà presto nuove misure per sviluppare questo settore dal potenziale molto elevato. Come? Attraverso la ricerca (da parte del governo) di nuovi siti idonei alla costruzione e realizzazione di impianti geotermici, unita alla definizione di tutta una serie di linee guida per lo sviluppo, valide nell’intera Confederazione.
Sembra, inoltre, che ogni singolo Cantone sia destinato a giocare un ruolo chiave nel riconoscimento di nuovi siti. Come? Attraverso la definizione, in una prima fase, di una mappa dei luoghi su cui cominciare a concentrare ricerche e studi.
(Grazie a una mozione approvata dal Consiglio Nazionale, ogni cantone sarà direttamente impegnato nella definizione di nuovi siti geotermici)
Intanto, il primo a muoversi è stato il Cantone dei Grigioni, che con i suoi circa 7,105 Km2 di superficie è il più grande tra i cantoni svizzeri. Al vaglio di un gruppo di esperti, sono, infatti, la Valle del Reno e la Bassa Prettigovia, oggetto per il momento di uno studio di fattibilità. L’obiettivo è soprattutto quello di verificare il potenziale geotermico del Cantone, unito alla presenza di acqua calda nel sottosuolo, ma senza effettuare perforazioni. Lo studio di fattibilità mira, inoltre, a individuare potenziali acquirenti interessati all’acquisto dell’energia geotermica e alla costruzione di nuovi ed eventuali impianti.
Il tutto, tra l’altro, con un investimento effettivamente minimo: 180,000 franchi. Nulla in confronto agli investimenti milionari avviati in altre regioni della Confederazione. Un punto in più a favore del governo del Cantone, che ha riscosso così l’approvazione da più parti.
(Il Cantone dei Grigioni, il più grande in Svizzera, ha avviato uno studio fattibilità al costo di appena 180,000 franchi)
L’obiettivo comune resta, però, sempre identico: mettere fine alla produzione e al consumo di energia da fonti nucleari entro il 2034 e contribuire a sollevare la soglia di elettricità fornita dalla geotermia al 7 %. Un traguardo senz’altro importante e ambizioso, visto che, per ora, per quanto la Svizzera occupi il primo posto per l’utilizzo della geotermia per il riscaldamento, la cose non vanno, invece, altrettanto bene per quel che riguarda la produzione di elettricità. Nella confederazione elvetica, infatti, non si produce energia elettrica da fonti geotermiche. Chissà che la mozione approvata dal Consiglio Nazionale non sia destinata a fare la differenza e a portare il Paese a sfruttare un potenziale geotermico che, secondo molti studiosi, ha ancora molto da offrire.