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Strada in salita per le energie rinnovabili

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Il percorso dei decreti attuativi del d.lgs 28/11 è ancora lungo. A dirlo il ministro Clini, risvegliando la preoccupazione di un intero comparto

Fonte: Agronotizie

Autore: Michela Lugli

Ci vorrà del tempo per strappare i provvedimenti attuativi del Decreto rinnovabili dalle sabbie mobili in cui sono stati affossati.
Attesi da sei mesi, palesano il proprio ulteriore rallentamento per voce del ministro dell’ambiente Clini che prospetta un lavoro ancora lungo nonostante il forte ritardo già accumulato.
Dovevano essere pronti per il mese di febbraio, comunque fuori tempo massimo e ora a marzo quasi concluso, il punto di convergenza con il ministero dello Sviluppo economico e quello dell’Ambiente è ancora lontano.
Sotto zero
L’effetto è quello del congelamento di un intero settore che come sottolinea lo stesso ministro, potrebbe avere la capacità di fungere da volano sull’intera economia; un dato non da poco in tempi come questi.
“Gli ulteriori ritardi nell’adozione della disciplina sui nuovi sistemi incentivanti che dovrebbero entrare a regime il 1 gennaio 2013, sono ormai insostenibili e sussiste il rischio che l’intero comparto si fermi definitivamente – sostengono le associazioni Anev, Aper e Federpern rivolgendosi al capo del Governo e ai ministri Passera, Clini, Fornero e Catania.
La scadenza si avvicina a passi da gigante e la mancata emanazione dei decreti riguardanti eolico, geotermico, biomasse e idroelettrico sta generando confusione e insicurezze tra gli operatori; “la mancanza di certezze per il futuro delle rinnovabili – dichiara Filippo Bernocchi, delegato Anci alle Politiche energetiche e ai rifiuti – rischia di trasformarsi in una contrazione inaccettabile per uno tra i settori più innovativi del nostro Paese”.
Ritardi e proroghe
Durante il confronto pubblico dello scorso 22 marzo, il ministro dell’ambiente auspicando una crescita del comparto rinnovabili ha spiegato che a suo parere, gli incentivi dovrebbero essere riconsiderati in funzione dei prevedibili benefici in termini di sviluppo ed occupazionali.
“Una giusta ottica – ribadisce l’Associazione nazionale energia del vento – che ci permetterebbe di dimostrare i benefici generabili in tali termini da tecnologie come l’eolico”.
Pur prendendo atto dei ritardi, l’associazione richiede però una proroga di 12 mesi nell’applicazione dei nuovi sistemi incentivanti così da garantire stabilità e salvaguardia degli investimenti già in corso.
Proroga richiesta anche da Enrico Borghi, presidente della consulta montagna dell’Associazione nazionale comuni italiani che spiega: “l’attuale incertezza sulla struttura di incentivazione sta bloccando significativi investimenti in materia di rinnovabili anche da parte dei Comuni. Siamo in ogni caso pronti – rilancia Borghi di concerto con Bernocchi – ad accogliere la proposta del ministro Clini di partecipare alla realizzazione degli Stati Generali della Green Economy”.