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Spagna, con la geotermia la produzione vinicola è 100% green

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Due edifici sfruttano il calore della terra per la loro autosufficienza energetica. Sfruttando il potenziale energetico nascosto sotto la superficie terrestre il piccolo comune spagnolo diverrà la prima realtà completamente alimentata da fonte geotermica

Fonte: Rinnovabili.it

Autore: Rinnovabili.it

La Spagna vedrà presto l’apertura e la messa in funzione della Bodega Institucional de La Rioja, il primo complesso edilizio, nello specifico una cantina e una vineria, integralmente alimentato dall’energia prodotta sfruttando la geotermia del comune di Grajera. La cantina e l’edificio principale saranno serviti dall’energia generata da uno scambiatore termico e dalle 40 perforazioni della profondità di 127 metri per una potenza istallata di 420 kW mentre l’edificio amministrativo sarà alimentato da uno scambiatore geotermico composto da 15 perforazioni da 112 metri per una potenza istallata di 65 kW.
Ad annunciarne l’apertura il prossimo 24 marzo il presidente dell’amministrazione locale Pedro Sanz, fiero di poter affermare che grazie alla messa in funzione del complesso si potrà ottenere un risparmio energetico del 60%. Secondo quanto affermato l’impianto utilizzerà esclusivamente fonti rinnovabili per la generazione di energia e rispetterà l’ambiente utilizzando un sistema completo per la produzione di energia da fonte geotermica fornendo al complesso riscaldamento nel periodo invernale e aria fresca nella stagione calda.
Grande risparmio energetico, bassi costi di mantenimento, sicurezza e minimo impatto ambientale sono solo alcuni dei vantaggi che l’istallazione porterà, come affermato da Pedro Sanz. “Il progetto – ha specificato Sanz – diventerà un punto di riferimento internazionale per la Ricerca e per l’ecologia, raggiungendo e superando in anticipo gli obiettivi contenuti nel Protocollo di Kyoto anche in fatto di integrazione con il paesaggio e con l’ambiente estraendo dalla terra tutta l’energia di cui ha bisogno”.
Gli edifici, realizzati con una spesa di 11 milioni di euro necessitano di ulteriori 3 milioni per la realizzazione del Consejo Superior de Investigaciones Científicas (CSIC) e hanno reso possibile la messa a punto di un sistema di trattamento delle acque reflue derivanti dal sistema di produzione e di finitura che, insieme alle altre tecnologie green, porteranno al risparmio di circa 106 tonnellate di CO2 l’anno evitando l’impiego di combustibili fossili.