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Sole, acqua, vento e geotermia le alternative continuano a correre

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Nel 2011 a livello globale i nuovi investimenti hanno raggiunto il volume di 257,5 miliardi di dollari (+17.2% sul 2010). Italia e Germania al top. Traina la riduzione dei costi di tecnologia. All’opposto frena il taglio agli incentivi.

Fonte: Repubblica.it

Autore: Vito De Ceglia

Sole, acqua, vento e calore del terreno. La diffusione delle fonti rinnovabili continua il suo trend espansivo, con un volume di nuovi investimenti a livello globale pari a 257,5 miliardi di dollari nel 2011 (+17,2% sul 2010) e con un ritmo di sviluppo medio annuo del 30,7% rispetto al dato del 2004 (39,5 miliardi di dollari). Nonostante la comparsa di nuovi mercati di investimento (Cina, India e Brasile), l’Europa si conferma la principale area di destinazione dei capitali diretti nel settore, assorbendo quasi il 40% delle operazioni realizzate nel 2011, per un valore di 101 miliardi di dollari, di cui circa 1/3 riferibili ai Paesi della UE27. Il dato emerge dal rapporto di Unicredit, pubblicato a luglio, “Scenari nel mercato europeo dell’energia — outlook al 2030”. Lo studio osserva che tra i Paesi europei più attivi nel settore delle rinnovabili ci sono Germania e Italia, i quali rientrano tra i Top 5 Countries in termini di nuovi investimenti, posizionandosi rispettivamente al 3° e 4° posto della classifica mondiale 2011, con una quota di mercato compresa tra il 12 e l’11%. Rispetto a Cina e Usa, che si collocano ai vertici del ranking internazionale con un portafoglio di investimenti (compreso tra i 48 e i 51 miliardi di dollari) caratterizzato in prevalenza da operazioni di asset finance, i mercati tedesco e italiano vedono dominare la componente di progetti di piccolo taglio, connessi in via principale al boom del fotovoltaico. In generale, in Europa il business delle rinnovabili è riuscito a mantenere una dinamica positiva anche negli anni successivi lo scoppio della crisi economica internazionale, evidenziando un ritmo di incremento dei nuovi investimenti del 5,2% in media all’anno nel periodo 2008-2011. I driver alla base del sostenuto sviluppo del comparto sono molteplici, anche se un ruolo chiave è stato assunto dalla progressiva riduzione del costo delle principali tecnologie che sta portando le energie alternative sulla strada della grid parity, ponendo le basi per una reale competizione con i combustibili fossili. In particolare, fa notare il rapporto, il cambiamento di contesto più visibile e decisivo per gli sviluppi futuri del settore è rappresentato dal drastico crollo dei prezzi lungo la filiera fotovoltaica, per effetto dell’accresciuta concorrenza nel comparto, soprattutto da parte della Cina, che ha determinato un situazione di eccesso di capacità produttiva su scala globale. All’inizio del 2012 i prezzi di vendita dei moduli fotovoltaici risultavano circa la metà di quelli dell’anno prima, nonché circa il 76% più bassi rispetto ai livelli raggiunti nell’estate del 2008. I prezzi di vendita delle celle fotovoltaiche sono scesi da una media di 1,50 dollari per Watt nel settembre 2010 a 1,30 dollari per Watt nel gennaio 2011 e a 0,60 dollari per Watt alla fine dello stesso anno. Alla luce degli attuali progressi della tecnologia per i diversi tipi di impianto e in considerazione dell’implementazione delle misure previste dal III Pacchetto Energia, in Europa l’outlook di settore si conferma positivo per il prossimo ventennio. Protagoniste della crescita attesa saranno le fonti solare ed eolica, per le quali la Commissione Europea stima un tasso di incremento medio annuo della capacità di generazione elettrica rispettivamente del 9,0% e del 7,6% entro il 2030. Si prevede che il parco impianti da fonte rinnovabile raggiungerà entro il 2030 una potenza installata netta di circa 278 mila MWe per l’eolico (+224% rispetto al 2010), 72 mila MWe per il solare (+372% rispetto al 2010) e 118 mila MWe per l’idroelettrico (+0,5% rispetto al 2010). Sebbene il mercato europeo delle rinnovabili presenti un ampio potenziale di crescita, il rapporto sottolinea che emergono alcuni fattori di stress connessi alla progressiva riduzione dei meccanismi di incentivazione dovuta, da un lato, alla necessità di adeguare le tariffe al trend discendente dei costi di produzione, dall’altro, alle ridotta capacità di sostegno pubblico al mercato connessa alla crisi dei debiti sovrani nei Paesi dell’area. In particolare, nel settore solare la maggior parte dei Governi ha operato un taglio netto dei sussidi e nel caso della Spagna si è giunti al blocco totale degli incentivi sui nuovi progetti. In Italia, a luglio 2012, è stato approvato il V Conto Energia, che prevede riduzioni tariffarie tra il 35% e il 50% per le installazioni fotovoltaiche. Pertanto, osserva il rapporto, per continuare a sostenere l’espansione delle rinnovabili in Europa nei prossimi anni risulta indispensabile l’individuazione di meccanismi di sincronizzazione automatica delle tariffe rispetto all’andamento dei costi dell’energia, così da evitare quanto accaduto con il fotovoltaico e consentire alle imprese del comparto di competere su un mercato non più basato in via prevalente su sovvenzioni pubbliche. Per quanto riguarda le tecnologie invece, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), quelle relative ai settori fotovoltaico, solare a concentrazione, eolico, biomasse, geotermia, energia marina cresceranno in media del 14,3% l’anno fino al 2017. L’eolico sarà in cima alla lista con il 16,7% della produzione totale di elettricità rinnovabile. Alle bioenergie spetterà l’8,3% della torta rinnovabile tra 5 anni. Il solare, infine, produrrà quasi il 5% dell’energia elettrica mondiale proveniente dalle rinnovabili. La Iea si aspetta che il fotovoltaico generi 35 TWh l’anno in più, con un salto da 70 a 230 GW di capacità entro il 2017 grazie al boom cinese (32 GW aggiunti nei prossimi anni), davanti agli Stati Uniti con 21, alla Germania e al Giappone entrambi con 20, mentre per l’Italia le stime indicano +11 GW. Il rapporto Unicredit osserva che tra i Paesi europei più attivi nel settore delle rinnovabili ci sono Germania e Italia, nella top 5 al 3° e 4° posto L’Europa si conferma la principale area di destinazione dei capitali diretti nel settore delle rinnovabili, assorbendo quasi il 40% delle operazioni realizzate nel 2011, per un valore di 101 miliardi di dollari, di cui circa 1/3 riferibili ai Paesi UE27