È un momento molto particolare per l’energia di tutto il mondo, tra trasformazioni energetiche e nuovi mercati, ma il caso della Virginia è ancora più peculiare, visto che si potrebbe registrare un miglioramento davvero elevato della percentuale di sfruttamento dell’energia solare: un aumento del 1.000% rispetto al 2015 (e del 750% rispetto a tutto il solare mai schierato nello stato). Un salto del genere potrebbe far abbassare i prezzi, far aumentare l’occupazione e gli investimenti, ridurre l’inquinamento e stimolare l’innovazione fino a rendere il mercato energetico della Virginia molto competitivo.
In pratica, attualmente ci sono 25/30 MW di generazione solare installati in Virginia, ma l’anno prossimo potrebbero diventare 15 volte tanti, con un aumento di almeno 300 MW.
Dominion, uno dei maggiori produttori e trasportatori di energia della nazione, potrebbe arrivare a schierare quasi 200 MW nel 2016, tra imprese regolamentate e non, ai quali si andrebbero ad aggiungere altri 50/80 MW di progetti – a cura della Old Dominion Electric Cooperative (ODEC), della Appalachian Power Company (APCO) e del Council for Independent Colleges (CICV) – più un potenziale da parte di aziende che avranno bisogno di un acquirente per la loro energia come, per esempio, quelli che cercherebbero di interconnettersi con i sistemi di distribuzione di Dominion, APCO, ODEC o delle cooperative elettriche di vendita al dettaglio.
Il problema è che ci sono almeno 120 MW che non sono dipendenti dall’autorità della Virginia State Corporation Commission (SCC) – per esempio ODEC, CICV e i progetti di Dominion in Amazzonia – e, anche se questi MW potrebbero essere comprati e venduti in un mercato libero e competitivo, sono comunque legati ad altri progetti e un diniego di acquisto da parte della SCC potrebbe far partire un domino di false partenze e annullare più di 100 MW di impianti.
La speranza, quindi, è che le mosse politiche permettano a questa percentuale potenziale di avverarsi e al mercato della Virginia di crescere.