Una novantina (su 114), escludendo chi potrà accedere direttamente alla pensione, chi ha già intrapreso un cammino diverso, ed altri ex lavoratori che appartengono a categorie protette. In una sala del dopolavoro super affollata, si torna a parlare prepotentemente della vertenza Smith. Il cammino, per carità, è ancora tutto in salita. Ma oltre al varco che potrebbe spalancarsi dal tavolo romano imbastito con Schlumberger, Eni ed Enel (si parla di una data buona dal 20 ottobre in poi), i primi cittadini si concentrano su un’altra via: aprire una breccia per tentare di inserire la Valdicecina nelle aree di crisi complesse (vedi Piombino o Livorno). Percorso non facile, forse impossibile vista la mancanza di requisiti, ma che potrebbe, però, concretizzarsi in un protocollo di intesa che i Comuni stileranno con la Regione. «Come da accordi – ha detto il sindaco di Pomarance Loris Martignoni – invieremo alla commissione regionale un report che conterrà tutte le priorità del progetto, fissato poi in un protocollo di intesa. Il nostro obiettivo è quello di trovare nuovi investitori nella zona di Saline e in tutta la Valdicecina, anche con incentivi da parte della Regione per attrarre le imprese». «Il lavoro ora è più difficile ed è inutile nascondersi dietro a paraventi – ha aggiunto il primo cittadino Marco Buselli – non voglio illudere nessuno, perché non è facile ricreare dal nulla un centinaio di posti di lavoro in un territorio come il nostro. Ora abbiamo la possibilità di inserire le nostre priorità in un accordo di programma che, come sindaci, riempiremo di contenuti».
